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ENTRE LOBOS-IL BAMBINO LUPO

Ha vissuto dai 7 ai 19 anni tra i lupi: la storia del “bambino lupo” è diventata un film
Marcos Rodriguez Pantoja a sette anni fu venduto dal padre ad un pastore. E da lì iniziò la sua incredibile vita

E’ conosciuto come “el niño-lobo”, il bambino-lupo, e anche come “il Tarzan dell’Andalusia”. La sua storia è ridiventata di attualità da quando il regista spagnolo Gerardo Olivares ha deciso di girare un film che la racconta. Il film si intitola “Entre Lobos” (“Tra i lupi”)

La storia di Marcos Rodriguez Pantoja – questo è il nome del “bambino-lupo”- fa riflettere su cosa significhi essere “umani” e cosa significhi essere “animali”, non in quanto appartenenti ad una specie o all’altra, ma nelle implicazioni comportamentali che, in genere, vanno attribuite a questi termini usati in senso metaforico e non letterale.

In genere, dire ad un essere umano che è o si comporta “come un animale” ha una valenza dispregiativa, quando non fortemente offensiva. Le storie come quelle di Marco Pantoja capovolgono la prospettiva e ci avvertono del fatto che forse è giunta l’epoca in cui il termine “animale” usato come aggettivo per qualificare un umano, dovrebbe acquisire il valore di una lode e non quello di un’offesa…

La storia di Marcos è iniziata nel 1953, quando aveva sette anni. Era l’ultimo figlio di un boscaiolo e la sua famiglia viveva nella Sierra Morena. Era una famiglia molto povera.

Sua madre morì e il padre si risposò. Il padre non era quasi mai a casa, andava per i boschi tutto il giorno, mentre la matrigna restava con i figli e sfogava le sue frustrazioni maltrattando soprattutto il più piccolo, Marcos appunto. Finché un giorno riuscì a convincere il padre a venderlo.

Sì, a “venderlo”.

Marcos fu così venduto ad un pastore, che però morì ben presto. Il bambino rimase solo al mondo, circondato solo da boschi, montagne e fiumi. Si ritrovò solo, ma era terrorizzato dall’idea di tornare nella civiltà umana, dove era stato soltanto picchiato ed infine venduto al suo stesso padre come un oggetto qualsiasi …

E’ nei boschi della Sierra Morena che Marcos incontrò i lupi e qui iniziò la sua esperienza incredibile: i lupi, infatti, lo adottarono. La specie umana lo aveva rifiutato e lui ne era ormai terrorizzato, ma i lupi no: lo accolsero come uno di loro, come un individuo del loro branco, appartenente alla loro specie, alla loro “famiglia”.

Il racconto fatto da Marcos Pentoja del suo primo incontro con i lupi è da brividi:

«Morto l’uomo che mi aveva comprato mi sono rifugiato nei boschi, non mi avvicinai mai a un essere umano, perché temevo che mi riportassero a casa dalla mia matrigna. Il primo contatto con i lupi avvenne di sera. Stavo in una grotta piena di lupetti, a cui rubai un pezzo di carne per la fame. Tornó la mamma lupa, mi vide, si accorse dai resti vicino a me, capì che avevo tolto il cibo ai cuccioli e mi spinse con una zampata contro la roccia. Poi mi guardó negli occhi e mi avvicinó della carne che aveva appena cacciato. Diventai parte della famiglia».

Chi è la creatura che rappresenta le qualità ritenute più “umane” in questo racconto? Non c’è dubbio sulla risposta.

Marcos disimparò la sua lingua, apprese ad ululare e a comunicare con tutti i segnali dei lupi, si abituò a camminare carponi, a cibarsi come loro e a ricoprirsi con le pelli degli animali cacciati. I lupi lo avevano adottato e lui diventò uno di loro.

Un antropologo e scrittore, Gabriel Janer Manila, studiò il caso di Marcos dieci anni dopo il suo ritrovamento. Lo studioso stabilì che le cause dell’abbandono di Marcos non furono casuali, ma intenzionali, il risultato cioè di un contesto socio-economico di estrema povertà. Manila ha anche accertato che la sopravvivenza del “bambino-lupo” è stata resa possibile dalle competenze di base acquisite nella fase precedente al suo abbandono e, soprattutto, dalla sua straordinaria intelligenza naturale.

Nel 1965 Marcos fu ritrovato dalla Guardia Civile. Racconta lui stesso:

«Un giorno mi circondó la Guardia Civile a cavallo. Avevo i capelli lunghi fino alla cintura, scurissimo di pelle per il sole e la sporcizia, vestito di pelli e con i piedi ricoperti di pelle ruvida e calli, non avevo mai portato scarpe. Cercai di scappare ma mi catturarono, mi portarono da un prete che mi spedí a Madrid da suore che mi bloccarono la schiena tra due assi per riabituarmi a camminare dritto».

Le scene sono state girate nella Sierra Morena, in Andalusia, con lupi nati in cattività, ma di razza selvatica. Quando hanno incontrato Marcos, hanno cominciato a ululare, a leccarlo e a fargli le feste. Gli hanno riconosciuto una specie di «appartenenza».Marcos Rodriguez Pantoja oggi ha 64 anni, Insieme al regista Gerardo Olivares è ritornato in Sierra Morena, proprio in quei luoghi dove ha vissuto con i “suoi” lupi. Apparirà alla fine del film interpretando se stesso.

Il bambino-lupo rientrò nella cosiddetta “civiltà” con non poche difficoltà e non ha mai dimenticato le sue “origini”. Confessa: “Ancora oggi sentire l’ululato dei lupi mi fa bollire il sangue nelle vene”.

Non ha dubbi su una cosa, però: per lui “i veri lupi sono gli uomini”. “Lupi” in questo caso da intendere con quella connotazione negativa di cui abbiamo parlato al principio, e che sarebbe ormai l’ora di abolire.

Essendo quest’uomo vissuto in entrambe le società, quella umana e quella dei lupi, il suo parere è da tenere, secondo noi, in grande considerazione.

NOTA. Le origini del cane sono state sempre un argomento molto discusso, ma sul quale si è fatto ormai luce. Al principio delle ricerche, iniziate con Darwin, prevaleva l’ipotesi che il cane discendesse da varie specie. Ma gli ultimi studi sul DNA dei lupi e dei cani hanno stabilito con certezza che il cane discende solo dal lupo: infatti la differenza tra il patrimonio genetico di un cane e quello di un lupo riguarda solo uno scarso 2%. Per il restante 98% cani e lupi hanno il medesimo patrimonio genetico.

IMMAGINI BACKSTAGE

TRAILER “ENTRE LOBOS”

WOLF CAMP : ANCHE I LUPI SOCIALIZZANO

Un video davvero spettacolare, commovente e al tempo stesso molto interessante.
Non c’è che dire cattivissimi questi lupi vero?…Purtroppo questi animali vengono considerati cattivi e pericolosi per l’uomo,quando, in realtà, come potete vedere , non è così…Piuttosto oserei dire chè è l’uomo a rappresentare una minaccia per loro avendoli perseguitati da millenni!!!
Fortunatamente in Italia i lupi, sono una specie protetta,ma potete credermi quando affermo che i bracconieri sono ancora troppi e non si creano nessuno scrupolo (disseminare il loro habitat di trappole che arrecano grave pericolo ad altri tipi di fauna e allo stesso uomo).
La ragazza che vedete nel video lavora al Polar Zoo, in Norvegia, popolare per il suo “Wolf Camp”: un’area in cui i visitatori  hanno l’opportunità di “socializzare” con questi animali.
Dopo tre anni e mezzo di lavoro Anita si era assentata dallo zoo per due mesi.
Al suo ritorno è stata accolta con grandi feste dai suoi “amici”.

 

UNA GATTA SALVA UN CUCCIOLO DI LUPO RIFIUTATO DALLA MAMMA

Un lupacchiotto di uno zoo siberiano che la madre ha rifiutato è stato adottato da una gatta lo ha accolto tra i suoi cuccioli.Quando il cucciolo è nato,nonostante fosse in ottima salute,la lupa non lo ha accettato e dal quarto giorno di vita ha smesso di allattarlo.Per cercare di salvarlo, i gestori dello zoo sono giunti a una soluzione molto originale.
Hanno affidato il lupacchiotto a una gatta che aveva appena avuto i gattini e che lo ha accolto immediatamente tra la sua cucciolata.Gli impiegati dello zoo hanno dichiarato che il lupetto si trova molto bene con la sua nuova famiglia ma che si sta sviluppando molto più velocemente dei suoi fratellini e sorelline.Il lupetto è guardato a vista 24/24h dal personale dello zoo per evitare che, anche involontariamente, possa ferire i gatti.


LUPO LIBERATO IN VALMARECCHIA

Un lupo per l’emergenza neve si è trovato in difficoltà e si è lasciato catturare presso un’abitazione in provincia di Rimini. Curato in pochi giorni presso il Parco Regionale dei Boschi di Carrega, è stato liberato nello stesso luogo della sua cattura. All’animale è stato applicato un radiocollare satellitare del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, che permetterà, nell’ambito del progetto Life Wolfnet, di monitorare l’animale e di studiarne le reazioni di fronte alle criticità ambientali che incontrerà.
Una bella operazione di collaborazione tra Provincia di Rimini, Guardie Ecologiche Volontarie di Rimini, CFS, Parco di Carrega e Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: la tutela del lupo ha estremo bisogno di istituzioni che lavorano in rete !


LIBERATO SULLA NEVE IL LUPO ‘VALENTINO’ UN COLLARE TRASMETTE I SUOI SPOSTAMENTI

Reggio Emilia, 15 marzo 2012 – Tornato in libertà il lupo “Valentino”, si muove agilmente con il suo branco a cavallo dell’Appennino tosco-emiliano, in particolare fra le province di Reggio e Modena.
L’animale era stato trovato ferito e in pessime condizioni di salute in un capanno a valle di Civago dove si era rifugiato. Recuperato dal personale del Parco e del Cta del Corpo Forestale dello Stato, era stato affidato per le cure al team sanitario del Wolf Apennine Center (Wac), un centro di riferimento di livello internazionale istituito recentemente dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Le cure hanno avuto esito positivo con piena soddisfazione da parte del team sanitario e dell’equipe del Parco che da anni segue il progetto europeo Life Ex-Tra. «Ringraziamo le istituzioni coinvolte in questa operazione – ha detto Willy Reggioni responsabile del Wac – e tutti coloro che con il proprio contributo hanno reso possibile questo intervento. A cominciare dalla persona che, avendo rinvenuto il lupo in cattive condizioni di salute, ha avvisato il Servizio veterinario di Castelnovo Monti che a sua volta ha informato il Parco consentendo di attivare subito il team sanitario».
Dopo un periodo di convalescenza, “Valentino” è stato dotato di un radio-collare GSP-GSM che corrisponde alla sigla di identificazione “LW03”.  Quindi, riportato a monte dell’abitato di Civago, dove è stato liberato nella neve, suo habitat naturale. La programmazione del radio-collare ha fra gli obiettivi quello di monitorare la sopravvivenza del lupo, la movimentazione, i suoi spostamenti giornalieri e settimanali, l’appartenenza al branco stabilmente residente in zona e le informazioni sulle abitudini alimentari dello stesso branco.
Finore le notizie sulla vita e comportamento di “Valentino”, rilevate a giorni alterni dai tecnici del Wac, sono ottime. L’animale si muove con il suo branco fra l’Appennino reggiano, modenese e pistoiese in un territorio di 150 kmq. circa. Tutti gli spostamenti verranno resgistrati per avere un quadro preciso del suo comportamento.

(Settimo Baisi)

LUPO SPAESATO “PASSEGGIA” NELLA VALLATA DELL’AGNO

Valdagno. Slavc, il lupo sloveno che ha fatto visita al Vicentino, ha lasciato le sue  tracce anche nella Valle dell’Agno. Nella zona di Recoaro, in particolare. Ma la cosa più  incredibile è che, prima, ha attraversato l’autostrada A31 Valdastico, tra i caselli di Piovene  Rocchette e il comprensorio Thiene-Dueville, durante il suo lungo spostamento in territorio  Vicentino.
Un lungo viaggio che ha richiesto molte energie e che lo ha portato anche a sbranare un capriolo  alle pendici del Novegno, per ristorarsi. Una “passeggiata” nella pedemontana, compiuta di  notte, durante il suo tragitto che lo ha portato dalla Valbrenta (dove era arrivato dalla  Slovenia passando per il Feltrino) lungo le colline delle Bregonze fino alla Conca di Smeraldo  per poi gravitare nella zona tra Recoaro, Crespadoro e Durlo con interesse anche per il vicino Parco della Lessinia.

BIODIVERSITÀ: UN LUPO ALLE PORTE DI NAPOLI

NAPOLI- Attenti al lupo! Si aggira, incredibile a credersi, a pochi chilometri da Napoli. A certificarlo uno studio sulla biodiversita’ nelle foreste di proprieta’ della Regione Campania di Roccarainola (quasi mille ettari nell’Agro Nolano) e Cuma (nei Campi Flegrei).
E proprio nella foresta di Roccarainola che si trova a ridosso di un’area fortemente ‘antropizzata’, occupata da aree industrializzate e che e’ completamente recintata (quindi una barriera in grado di influenzare gli spostamenti della fauna), sono state censite differenti specie tra le quali il ‘mitico’ lupo.
Tra faine e tassi, martore e volpi, ghiri e lepri, e’ spuntato l’animale, pare per due volte in un periodo di circa quattro mesi, da marzo a luglio dello scorso anno. Gli osservatori non hanno creduto ai loro occhi quando lo hanno avvistato, ”ma e’ stata una bellissima scoperta perche’ testimonia di un habitat unico” spiega Vito Amendolara, consigliere del governatore Caldoro per l’Agricoltura. Un passato da dirigente Coldiretti e fautore dell’agricoltura ‘multifunzionale’, Amendolara presentera’ venerdi’ prossimo in un incontro a Napoli i primi risultati del progetto di monitoraggio sulla biodiversita’, ”una strada importante per il futuro dei nostri territori” dice ricordando le iniziative varate nel 2011 in occasione dell’Anno internazionale delle Foreste. Lo studio realizzato dall’Asoim (Associazione studi ornitologici Italia meridionale) su incarico dell’Assessorato regionale all’Agricoltura testimonia di ”un’avifauna”, come dicono gli esperti, molto interessante.
In quattro mesi sono state censite 71 specie di uccelli. Rapaci diurni come Poiane (almeno 4/5 coppie nidificanti) mentre il falco pellegrino utilizza la foresta come territorio di caccia. E ancora rettili e anfibi come lucertole, ramarri, bisce, rospi. Insomma un giacimento naturale a cielo aperto? ”Si’, direi di si’ – afferma Amendolara – per il quale occorre proseguire lungo la strada della tutela e della valorizzazione in un contesto ambientale notoriamente difficile, per usare un eufemismo, e per il quale per troppi anni si e’ consentito tutto e il contrario di tutto…”.
Anche nella foresta regionale di Cuma (100 ettari) ci sono ricchezze faunistiche. Non il lupo, ma non lontano dal mare gli studiosi hanno messo in elenco tante specie. E’ una tipica foresta costiera caratterizzata dalla lecceta e dalla Duna fissata a macchia mediterranea, giudicata ”importantissima per l’avifauna migratoria”. Nel periodo di studio sono state ‘contattate’ 72 specie. Rilevante la presenza di uccelli rapaci diurni (gheppio, falco pellegrino, sparviere, poiana) e notturni (barbagianni, civetta, assiolo). E ancora beccacce di mare, berte maggiori e minori e via di questo passo. Amendolara non ha dubbi: ”E’ il nostro tesoro”. Lupo compreso.
(Angelo Cerulo, per Ansa)

TASK-FORCE INTEREGIONALE E LIFE WOLFNET PER IL LUPO “SIC”

Convocata dalla direzione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi si è svolta a Santa Sofia la prima riunione organizzativa sul monitoraggio e la tutela del lupo “Sic”‘, chiamato così in ricordo del giovane campione romagnolo di motociclismo Marco Simoncelli morto recentemente in gara.
Oltre al Presidente ed al Direttore del Parco che ha ospitato l’incontro, erano presenti i rappresentanti del Cta del Corpo Forestale dello Stato e degli uffici provinciali tutela della fauna di Rimini ed Arezzo. Interesse e disponibilità sono venute anche dal Parco interregionale di Sasso Simone e Simoncello e del Comando provinciale di Rimini del Cfs, protagonista delle fasi di recupero e rilascio del lupo.
«Lo splendido esemplare – ricorda il Parco – era stato catturato in situazione di difficoltà nel territorio di Pennabilli, in alta Valmarecchia (Parco del Sasso Simone e Simoncello), durante i giorni della grandissima nevicata dello scorso mese. Sic è stato in seguito liberato munito di un modernissimo radiocollare satellitare e quindi inserito nel programma europeo di salvaguardia del lupo appenninico ‘Life Wolfnet’, del quale il Parco Nazionale è uno dei protagonisti».
Il predatore era comunque in ottimo stato di salute e viene costantemente rilevato nei suoi spostamenti, che confermano che il suo terriotorio è quello a cavallo tra l’Appennino riminese e quello aretino, con qualche “pendolarismo” verso il Parco Nazionale.
Tutti gli Enti coinvolti hanno sottolineato «L’esigenza di un coordinamento unitario, sia nella quotidiana ed ordinaria gestione dei dati satellitari che arrivano a intervalli di tempo regolari, sia nella prevenzione ed organizzazione per la risoluzione di eventuali situazioni critiche». Per questo verrà presto sottoscritto un protocollo d’intesa.
La direzione del Parco è molto soddisfatta: «Si tratta di un virtuoso quanto raro esempio di “fare rete”, come il Life Wolfnet prevede; ovvero di uno sforzo unitario da parte di tutti i soggetti pubblici interessati, al di là delle rispettive aree di competenza, per il perseguimento di un doppio obiettivo comune: il benessere del singolo lupo, ma anche e soprattutto l’attuazione di un modello condiviso che tenda a migliorare la convivenza tra attività umane e salvaguardia di una specie troppo a lungo minacciata dalla paura e dal pregiudizio, e che sempre più assume invece il ruolo di simbolo della natura selvaggia».

UN WEEK-END DEDICATO AL LUPO

Dronero – Festa del lupo a Dronero sabato 17 e domenica 18 marzo. Sabato 17, FotoSlow ValMaira, L’isola che c’è, Mulino della Riviera, Parco Nazionale Alpi Marittime, Comune di Villar San Costanzo presentano “Al lupo al lupo” organizzano dalle 10 alle 13 al Mulino della Riviera l’inaugurazione della mostra dipinti “Giada incontra il lupo” di Giada Gaiotto. Per chi fosse interessato è possibile andare in visita guidata al mulino ad acqua con dimostrazione di molitura a pietra di mais autoctoni.
Nel pomeriggio alle 15, in via Roma, mostra in strada della collezione di pannelli tematici sul lupo a cura del Parco Nazionale Alpi Marittime; nella sala del Convitto di Via Roma incontro con le pittrici Giada Gaiotto, Arlette e gli allievi della sua scuola di pittura e con la scrittrice Nazarena Braidotti lettura di racconti, fiabe e poesie sul tema.
Alle 21, nel salone polivalente di Villar San Costanzo, proiezione e conferenza sul Lupo a cura dei ricercatori “Uomini e Lupi” del Parco Nazionale Alpi Marittime.
Domenica 18, con ritrovo alle ore 9, destinazione Entracque località Casermette per visita al Centro Faunistico Uomini e Lupi. (Prenotazione obbligatoria entro sabato pomeriggio telefonando al numero 0171/904212).
Tra le attività si terrà l’inaugurazione della mostra dipinti “Giada incontra il lupo”
L’evento si terrà anche in caso di maltempo.

UNA TRAPPOLA UCCIDE UN GIOVANE LUPO

L’ultima vittima del bracconaggio è un giovane lupo, un esemplare sano, maschio, di un anno di età, che probabilmente faceva parte del branco che si trova nella zona dell’Orsiera, in Val di Susa. Gli uomini della forestale lo hanno trovato ormai cadavere nella zona di Trana, incappato in un laccio messo in funzione da un cacciatore di frodo.
Una storia lontana anni luce da Cappuccetto Rosso. Il lupo, adesso, non mangia più nessuno. Anzi, è una specie protetta perché rischia l’estinzione. E al cacciatore della favola si è sostituito un bracconiere. Che stavolta non è rimasto impunito: gli agenti della stazione di Giaveno lo hanno individuato e denunciato alla procura di Torino per gli articoli del codice penale 544 bis (uccisione di animale senza necessità) e 727 bis (danneggiamento di habitat naturali), oltre che per la violazione della legge quadro sulla caccia, che tutela le specie tutelate come il lupo. L’uomo si è giustificato dicendo che in realtà con quella trappola avrebbe voluto disfarsi di alcune volpi che invadevano la sua proprietà e non pensava che avrebbe potuto colpire un lupo. Le volpi non sono animali protetti, tuttavia la caccia a questa specie è chiusa in questo periodo e comunque sistemare una trappola è sempre un reato.
La morte del giovane lupo solleva nuovamente il problema della tutela di questo carnivoro. In Piemonte si contano attualmente circa 60 esemplari, tutti provenienti dall’Abruzzo. Si tratta di stime, visto che il lupo migra spesso e velocemente.
Secondo il monitoraggio della Regione Piemonte i lupi vivono in piccoli branchi localizzati soprattutto nel Cuneese sulle Alpi Marittime, nel Torinese tra l’Orsiera e Salbertrand e, in misura minore, sull’Appennino alessandrino e nel Piemonte settentrionale. Ogni anno nascono una dozzina di nuovi cuccioli, ma più o meno altrettanti esemplari muoiono vittime di incidenti o di bracconieri. Così il numero da qualche anno rimane sostanzialmente costante.
Nei confronti dei lupi continua ad esserci un atteggiamento di paura ingiustificata: l’ultimo attacco all’uomo risale oramai al 1921. “Qualcuno dice che in Piemonte ci sono migliaia di lupi e che mettono a rischio i turisti: abbiamo intenzione di denunciarli per procurato allarme”, attacca Piero Belletti, dell’associazione Pro Natura. E anche gli assalti al bestiame domestico possono essere annullati. “Se accade che il lupo mangi le pecore è solo perché sono prede più facili rispetto agli animali selvatici, visto che in Piemonte gli ovini vengono lasciati allo stato brado – spiega Belletti – Ma è sufficiente rinchiudere le bestie negli ovili: un progetto simile è stato fatto all’Orsiera e gli attacchi dei lupi si sono praticamente azzerati”.

NAVARRE, IL LUPO SALVATO DAGLI UOMINI CON LA RESPIRAZIONE BOCCA A BOCCA

Trovato morente e semiassiderato nelle acque gelide del Limentra, torrente dell’Appennino bolognese, viene soccorso dal gruppo di tutela e ricerca fauna esotica e selvatica del Monte Adone. Dopo esser stato strappato alla morte l’animale è stato sottoposto a controlli medici e liberato da 35 pallini di piombo che portava in corpo: il ricordo dell’incontro troppo ravvicinato con un cacciatore. A breve sarà pronto per fare ritorno nel proprio ambiente.
27 febbraio 2012
Redazione Tiscali


SALVATO UN LUPO STREMATO E FERITO

Reggio Emilia, 21 febbraio 2012 – Valentino è salvo. Si tratta di un giovane lupo trovato in pessime condizioni di salute nell’alta Val Dolo il giorno di San Valentino (da qui il suo nome) e sottoposto alle cure dal servizio veterinario Ausl di Castelnovo Monti.  E’ il primo intervento eseguito dal team sanitario del Wolf Apennine Center (Wac), centro di riferimento per la gestione del lupo a livello interregionale appena istituito dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano. Il Wac, composto da tecnici del progetto europeo Life Ex-Tra coordinati da Willy Reggioni, appena ricevuta la notizia del rinvenimento del lupo debilitato, si è subito mobilitato per il recupero e le cure. A segnalare la presenza dell’animale, ormai all’estremo delle sue forze, è stato un abitante dell’alta Val Dolo in comune di Villa Minozzo dopo che, con grande sorpresa, lo aveva notato accucciato sul fieno in un ricovero di campagna poco distante dalle abitazioni.
Il giovane lupo, fortemente debilitato e con una ferita su un fianco quale probabile conseguenza di un tentativo di procurarsi cibo, in questi giorni di grandi nevicate non è stato in grado di seguire il branco per cui non poteva scegliere posto migliore per ripararsi dalla neve e dal gelo. L’essere stato avvistato in quel ricovero da un abitante della zona che, anziché spaventarsi, si è intenerito attivando il sevizio veterinario, è stata la sua fortuna. Gli ottimi rapporti di collaborazione recentemente siglati tra il Servizio veterinario dell’Ausl di Castelnovo Monti, la Provincia e il Corpo Forestale dello Stato, hanno reso possibile un pronto intervento che ha consentito al giovane lupo (dell’età di circa un anno) di ristabilirsi.
Il lupo sarà trattenuto solo il tempo necessario a riguadagnare una condizione fisica idonea al suo ritorno in libertà che si presume in tempi brevi. Prima del rilascio sarà applicato al collo di Valentino un piccolo e modernissimo radio-collare dotato di tecnologia satellitare Gps-Gsm che consentirà ai tecnici del Wac e del dipartimento di Biologia “Charles Darwin” de La Sapienza di Roma di monitorare a distanza i successivi spostamenti dell’animale. «E’ una bella storia – afferma Willy Reggioni – resa possibile grazie anche all’istituzione del Wac, centro di riferimento per la gestione del lupo in scala interregionale. Un centro che risponde alla necessità rilevata dalle istituzioni locali, interessate dal recente ritorno del lupo nel proprio territorio naturale, anche se oggi però è fortemente abitato. Proprio per questo, la presenza di grandi predatori solleva rilevanti problemi, principalmente connessi all’aggressione di animali domestici e alla percezione di pericolosità della specie. Grazie all’esperienza sviluppata nel corso di precedenti progetti, il Parco con il suo personale impegnato nel servizio di conservazione della natura e delle risorse agro-zootecniche, può offrire un supporto concreto».
(foto di Settimo Baisi)


LUPO BRACCATO PER FARE VIDEO IN APPENNINO-LAV ANNUNCIA BATTAGLIA LEGALE

Non è giusto inseguire con un’auto un lupo fino allo sfinimento, braccandolo per riprenderlo con una videocamera. E’ netta la condanna da parte della Lav del comportamento di chi ha filmato l’inseguimento di un esemplare di lupo sulle strade innevate delle Piane di Mocogno.
Lav annuncia battaglia legale. ”Porteremo il caso in tribunale, ci troviamo di fronte a un maltrattamento che al posto di essere stigmatizzato viene filmato!”. Il video, pubblicato sul sito di un quotidiano locale, mostra due minuti di inseguimento: l’automobilista che sta filmando suona il clacson, fino a che la bestia riesce a seminarlo invertendo direzione.
”Non si può non considerare il terrore e lo stress inflitti a un animale selvatico, per giunta protetto, inseguito a breve distanza – sottolinea Lav – Il lupo peraltro, come ormai sanno tutti, è guardingo per natura, e poichè teme l’essere umano, di certo si sarebbe allontanato spontaneamente, senza alcun clamore”.
Quanto alla presenza dei lupi sull’Appennino, l’associazione ricorda che questi animali fanno parte del territorio e sono protetti. Freddo e neve li hanno spinti verso le zone più miti: ”non c’è niente di strano, e anzi tutta Italia si è commossa davanti alle immagini, non invasive, degli animali selvatici costretti loro malgrado a cercare sostentamento e riparo lontano dalla morsa dei ghiacci”.
Per l’associazione animalista, l’episodio del lupo ”ricorda le tristi immagini girate alcuni mesi fa da un automobilista nel Parco nazionale d’Abruzzo, in cui una mamma orsa piena di terrore difendeva disperatamente i suoi tre cuccioli dall’ inseguimento incosciente di un guidatore”. Sequenze che furono criticate dalla Lav, che chiese un approfondimento dell’accaduto alla Polstrada, ”ma che nei telegiornali furono celebrate come ‘commoventi”’. ”Non c’era nulla di commovente allora nello spaventare una mamma con i suoi cuccioli – è la conclusione – come oggi non c’è alcun pericolo da sventare per un lupo su un sentiero innevato”.


ARRIVA IL MALTEMPO TORNANO I LUPI

(ANSA) – FILETTINO (FROSINONE), 7 FEB – Con la neve e il gelo tornano i lupi vicino ai centri abitati nelle zone montane. Ne sono stati avvistati in varie localita’ delle Dolomiti, e anche a Filettino, il neoproclamato ‘principato’ in provincia di Frosinone. Mentre il paese e’ ancora alle prese con l’emergenza maltempo, che ha fatto accumulare un metro di neve, nelle prime ore di questa mattina un branco di lupi e’ stato avvistato all’interno del centro abitato, nelle vicinanze della scuola elementare.

LUPO FA RITORNO IN VAL PUSTERIA…E’ arrivato dalla Slovenia

(ANSA) – BOLZANO, 7 FEB – Dopo gli ultimi avvistamenti in val di Non, il lupo ha fatto ora ritorno anche in val Pusteria. Si tratta di un maschio di tre anni, proveniente dalla Slovenia.
Slavko, questo il nome dell’animale, era stato catturato l’anno scorso nei boschi della Slovenia, poco lontano da Trieste, munito di radiocollare e rilasciato. Nelle ultime settimane, forse spinto dal grande freddo e per cercare cibo, il lupo si e’ messo in cammino, arrivando attraverso l’Austria in Alto Adige.
Slavko ha percorso di notte anche distanze di 50 chilometri.


 

STORIA DI LUPI ALL’AQUILA

L’AQUILA : Con la perturbazione che in queste ore sta colpendo l’Italia ritorna di stretta attualità il detto per cui neve e gelo sono un tempo “da lupi”. Gli animali sono stati avvistati, e fotografati, a Trasacco, in provincia de L’Aquila
I lupi, spinti dalla fame e dal freddo, sono scesi nei paesi aggravando ulteriormente i disagi della popolazione già provata dalle mancate forniture idriche ed elettriche.
Anche i lupi aquilani hanno fatto la loro comparsa nei centri abitati. L’espressione è nata proprio da situazioni come queste, in cui questi animali vengono spinti dalla fame a fare razzia in ovili e stalle.
L’eccezionale nevicata sta spingendo anche gli animali più abituati al gelo a cercare rifugio. E così un commercialista al ritorno nella sua abitazione aTrasacco ha sentito strani rumori provenienti dalla sua legnaia. Quando ha aperto la porta il professionista ha trovato di fronte a sè uno splendido esemplare di lupo appenninico di sesso femminile. L’uomo ha immediatamente chiamato il Corpo Forestale dello Stato. Gli uomini della Forestale hanno dato da mangiare alla lupa e l’hanno messa in salvo.




AVVISTATI LUPI ALLE PORTE DI SULMONA

SULMONA 9 FEB – I lupi scendono a poche centinaia di metri dal centro abitato di Sulmona. L’avvistamento e’ stato fatto ieri sera lungo la fascia pedemontana del monte Morrone, un esemplare in localita’ Noce Mattei, vicino al canile comunale e altri due nei pressi di via Ancinale. Dal canile si dicono preoccupati per la situazione di pericolo che si e’ venuta a creare sia per i cani ospiti del ricovero municipale, sia per le persone e chiedono l’intervento del corpo forestale. ”Non c’e’ da allarmarsi – spiegano dalla centrale operativa del corpo forestale – i lupi sono scesi a valle probabilmente per la mancanza di cibo sui monti e si presume siano solo di passaggio. E’ insolito, ma non impossibile che si vedano anche da queste parti”. Una nevicata eccezionale anche per i lupi che sono scesi fino alle porte di un centro abitato come Sulmona, fenomeno che si era verificato, fino ad oggi, solo nei piu’ alti paesi di montagna.



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