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LUPO MESSICANO

Il lupo messicano (Canis lupus baileyi) è la sottospecie più rara e più geneticamente distinta di lupo grigio in Nordamerica. È anche una delle sottospecie più piccole, raggiungendo una lunghezza massima non superiore ai 135 cm e un’altezza massima di circa 80 cm. Il peso varia dai 27 ai 45 kg.
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Fino a tempi recenti, il lupo messicano era diffuso nei deserti di Sonora e di Chihuahua dal Messico centrale fino al Texas occidentale, al New Mexico meridionale e all’Arizona centrale. Dagli inizi del XX secolo, la riduzione delle prede naturali come i cervi e i wapiti portò molti lupi ad attaccare il bestiame domestico, provocando gli sforzi intensivi delle agenzie governative e individuali per sradicare il lupo messicano. Anche i cacciatori perseguitarono il lupo, poiché uccideva i cervi. Anche i trapper, governativi e privati, hanno dato una mano nella sradicazione del lupo messicano (bisogna notare che studi recenti compiuti da esperti di genetica hanno mostrato che l’areale dei lupi messicani si spingeva più a nord, fino al Colorado).

Questi sforzi ebbero molto successo e dagli anni cinquanta il lupo messicano in natura è stato eliminato. Nel 1976 il lupo messicano venne dichiarato una specie minacciata e da allora lo è sempre rimasto. Oggi sopravvivono in natura all’ incirca 15 lupi messicani .

BUONE NOTIZIE DAL FRONTE:

A seguito delle costanti pressioni relative alla cattiva gestione del progetto di reinserimento del Lupo messicano, il Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti cambia politica sul controllo degli esemplari “dannosi” (22/12/09)

LUPO MESSICANO E’ REALMENTE TUTELATO?

Il dato è molto preoccupante se si pensa che erano 18 del 1996 e questo calo si è registrato nonostante la specie sia stata dichiarata “critically endangered”. Il fatto più grave è che di queste sette coppie, solo sei si riproducono. Il maschio di una delle coppie infatti è stato abbattuto e la femmina compirà quest’anno 10 anni, un’età forse troppo avanzata per la riproduzione.
Questa non è una differenza da poco, fanno notare al Center for Biological Diversity. Censendo sette coppie di lupi, di fatto l’Agenzia apre la possibilità da parte degli allevatori di abbatterli  dato che le regole prevedono questa possibilità solo quando i lupi sono almeno rappresentati da sei coppie. Dichiarandone fasullamente sette, l’Agenzia lascia un po’ di spazio extra alle richieste degli allevatori.
Nel corso del 2006 il Governo ha proceduto direttamente all’abbattimento di 5 lupi grigi messicani: altri 8 sono morti non intenzionalmente durante delle operazioni di cattura e 4 sono stati catturati ma non per essere liberati in altre zone. In totale, dalla reintroduzione sono stati abbattuti 8 lupi, uccisi involontariamente 20 e catturati 24. Altre dozzine di lupi sono stati catturai e trasferiti: spesso feriti, stressati e liberati in aree sconosciute lontani dal branco di provenienza, spesso per questi lupi l’unico destino è la morte.
Secondo l’ultimo censimento ci sono al momento circa 60 lupi grigi messicani in libertà contro una prospettiva di 102 prevista dal piano di deintroduzione: un target modesto che non si è riusciti a raggiungere per  incapacità gestionali e mala fede, tanto che il Center for Biological Diversity ha citato in giudizio l’Agenzia federale che si occupa dell aloro reintroduzione.
Per avere un confronto, si pensi che la reintroduzione del lupo nello Yellowstone National Park e nell’Idaho centrale ha portato a una popolazione di circa 1.000 esemplari, resa possibile dalla soppressione delle operazioni di “controllo dei predatori” messe in atto nel sud quando i lupi attraversano confini politici (che ovviamente ignorano!) o quando abbattono capi di bestiame dopo essersi nutriti di quelli morti naturalmente che gli allevatori non provvedono a rimuovere.
È evidente il contrasto tra una politica di reintroduzione e una prassi di abbattimenti e catture diffuse che non fanno che erodere la base genetica di questa popolazione, minacciandone comunque la possibilità di sopravvivenza nel lungo periodo.

FINALMENTE BUONE NOTIZIE:

Reintrodurre predatori e’ sempre molto difficile perche’ prima o poi, inevitabilmente, finiscono per incrociare il proprio cammino con altri interessi. Era questo il paradosso che viveva il Lupo messicano (Canis lupus baileyi): al centro di un ampio progetto di reintroduzione veniva costantemente abbattuto legalmente sulla base di una assurda regola che prevedeva la cattura o la morte di ogni lupo ritenuto responsabile di tre attacchi a bestiame nel croso di un anno.
Tale regola era frutto di un compromesso con altre Agenzie federali che erano state coinvole nel progetto di reintroduzione e soprattutto destinata a rabbonire gli allevatori che, per principio, vendono nel lupo un pericoloso nemico da eliminare, non da reintrodurre!
TutelaFauna aveva gia’ riportato, nel 2007 le polemiche relative a un sistema di gestione che rendeva di fatto vani gli sforzi. Con una mano si voleva reintrodurre il lupo e con l’altra lo si eliminava!
Per fortuna il tiro alla fune di competenze da novembre del 2009 è stato risolto a favore dello U.S. Fish and Wildlife che ha deciso di riprendere nelle proprie mani il 100% della gestione del progetto; le altre Agenzie governative che erano state inefficacemente coinvolte negli ultimi anni saranno ancora consultate ma il loro ruolo – e gli interessi che difendono, spesso contrastanti con quelli del lupo – sara’ ben piu’ limitato.
Sono 52 i Lupi messicani che vivono in liberta’ in Arizona e New Mexico, costiuendo la piu’ rara sottospecie di lupo grigio del nordamerica e uno dei mammiferi piu’ minacciati di estinzione.
Una gestione pesante della regola “tre falli e sei fuori” aveva finora impedito un sostanziale accrescimento della popolazione, che era paradossalmente il principale obiettivo dell’intero progetto e dei milioni di dollari che costa. Negli ultimi anni almeno 11 Lupi erano stati legalmente abbattuti e molti di piu’ riportati in cattivita’.

LUPO APPENNINICO

IL SUO SUCCESSO SENZA EGUALI E’ IL SEGUENTE:DAI SOLI 100 INDIVIDUI DEL “MINIMO STORICO”LA POPOLAZIONE  ITALIANA HA ORMAI RAGGIUNTO ALMENO 700 ESEMPLARI

Considerato un nemico da distruggere, e una piaga da eliminare, appena una trentina di anni fa per il Lupo in Italia non sembrava profilarsi alcun avvenire. Né cultura, né scienza, né economia o sociologia consentivano di aprire il pur minimo spiraglio di luce per sperare di offrirgli,nel buio tunnel in cui era stato emarginato (in realtà una oscura galleria di credenze e superstizioni, diffamazioni e calunnie riversategli addosso per secoli e secoli dall’uomo stesso) la benché minima speranza di salvezza.L’impresa di sottrarlo al destino di scomparire per sempre si presentava, dunque, come la
classica «missione impossibile». E come tale venne affrontata da un pugno di persone decise,con pochi mezzi e con ancor minore assistenza da parte delle Autorità ufficiali.


Al principio degli anni Settanta,i lupi in Italia non contavano che un centinaio di individui: sparsi ed affamati, perseguitati con tagliole e bocconi avvelenati, accerchiaticon battute e perfino esposti in piazza, una volta uccisi, al pubblico ludibrio. Ma, come insegna la storia, può bastare un semplice stormire di foglie a far presagire il più inatteso cambiamento del vento: e una volta avviata, la campagna in difesa del lupo si rafforzò sempre più, fino a travolgere un ostacolo dopo l’altro.
Il suo successo senza eguali può essere sintetizzato in poche cifre: dai soli 100 individui del «minimo storico», la popolazione italiana ha ormai raggiunto almeno 700 esemplari. E che possa continuare a crescere, occupando ogni residua nicchia disponibile, sembra fuordi dubbio: perché il lupo sa bene dove andare, e come adattarsi a nuove situazioni… fin’ora che, si spera, potrà stabilizzarsi in Italia con una popolazione adeguata (d’un migliaio di soggetti, divisi in branchi di 6-10 individui o forse più).

La storia della rinascita del Lupo appenninico è una storia capace di restituire fiducia esperanza nella vita, e nella convivenza pacifica tra esseri diversi. Una metafora di ciò di cui, probabilmente, l’umanità contemporanea avrebbe più che mai bisogno.Una vicenda che,come altre di cui si parla troppo poco (alla cronaca servono piuttosto fatti negativi o crudeli, occorre soprattutto poter «sbattere il mostro in prima pagina»),sconfigge ogni previsione pessimistica e qualsiasi atteggiamento rinunciatario. Un successo che non si ècerto basato sui dogmatismi di certo «accademicismo» più retrivo, ma li ha contestati ed è balzato oltre, senza esitazione. E i fatti hanno dato ragione agli «eretici» difensori dellupo, lasciando così tutti a bocca aperta.
Ma procediamo con ordine, fornendo qualche esempio dei più significativi.

Nel secolo scorso, zoologi di fama e personalità illustri gareggiavano nell’esecrazione del lupo, definito «pauroso ricordo storico» e sollecitando “che in ogni tempo,in ogni luogo e da qualunque persona sia permessa l’uccisione del lupo,e che sia sempre concessoun adeguato premio in denaro, che stimoli ognuno ad ucciderlo con tutti i mezzi a disposizione”. Ma con il declino di una pastorizia trabocchevole, che aveva invaso ogni angolo dell’Appennino,le cose sono cambiate.Come accurate indagini genetiche hanno confermato, e ciò gioverà senza dubbio allo sforzo di conservazione a livello europeo. Del resto il lupo delle nostremontagne, Mezzogiorno incluso, meritava di essere salvato, e in gran parte vi è riuscito da solo. Non grazie a costosissimi studi, ma soprattutto al MESSAGGIO DI SAN FRANCESCO.
E la sua riscossa costituisce ora un bell’esempio da imitare, per tutti i lupi della nuova,più vasta Europa che sta oggi nascendo. Spetterà a noi dimostrare che, liberati ormai da false angosce e paure, sapremo davvero convivere con lui, nostro antico fratello che avrebbetante cose da insegnarci.

MESSAGGIO DI SAN FRANCESCO:

Per meglio operare in difesa del Lupo, uno degli animali più sfortunati, calunniati e quindiminacciati,la conoscenza del passato, e cioè una adeguata “memoria storica”, è più che essenziale.
La nostra storia inizia un terzo di secolo fa, con l’Operazione San Francesco, promossa nel 1970 dal Parco Nazionale d’Abruzzo (che allora intraprendeva la propria rinascita) e viene poi lanciata l’anno successivo in collaborazione con il Wwf. Un’impresa d’avanguardia rispetto a quei tempi, e probabilmente il primo e miglior esempio di “campagna ecosociologica integrata”.
Il suo straordinario successo, oltre ad avere salvato il Lupo appenninico (Canis lupus italicus)ha consentito a questo forte predatore la riconquista dei territori perduti nella penisola,e persino la sua progressiva espansione nelle Alpi ed oltre, fino a riappropriarsi anchedi parte del proprio ambiente nelle montagne della Francia.Accanto a molte delusioni e sconfitte, la storia della conservazione della natura può quindi registrare questo brillante successo, al di là di ogni speranza e aspettativa iniziale.Merito soprattutto dell’impostazione pratica,interdisciplinare e moderna alla campagna,
che ha poi ispirato anche molti altri Paesi a compiere sforzi maggiori a favore d’un animaleunico, dai tempi atavici odiato e perseguitato senza tregua e, fino a pochi decenni or sono, considerato inevitabilmente “condannato a scomparire dalla faccia della terra”. Al principio del Terzo Millennio, la grande sfida per la società contemporanea è ora di mostrare di saper convivere armoniosamente non solo con il Lupo appenninico, ma con tutte le altre creature diverse da noi, e nostre compagne di viaggio.
[Franco Tassi]

 


SAN FRANCESCO E IL LUPO

Nel tempo in cui S.Francesco abitava nella città di Gubbio, nelle campagne apparì un lupo grandissimo, terribile e feroce, il quale non solamente divorava gli animali, ma anche gli uomini. Tutti i cittadini avevano una gran paura, perché spesso il lupo si avvicinava alla città, pertanto essi andavano armati quando uscivano dalla città, come per andare a combattere.Ma, nonostante ciò, da esso non si poteva difendere chi lo incontrava da solo.Quindi, per paura di incontrare questo lupo, nessuno aveva più coraggio di uscire dalla Città.Di fronte a questa situazione, S.Francesco ebbe molta compassione degli abitanti di Gubbio,e volle andare incontro a questo lupo nonostante tutti lo sconsigliassero.Si fece il segno della croce e uscì dalla città insieme ai suoi compagni, sperando totalmente nell’aiuto di Dio. Il timore fermò gli altri, mentre S.Francesco si incamminò verso il luogo dove era il lupo e subito esso si fa incontro al santo con la bocca aperta. Ma S. Francesco gli fa ilsegno della santissima croce e lo chiamò: “vieni qui, fratello lupo; io ti comando, in nomedi Cristo, di non fare alcun male né a me né ad altri”.Immediatamente il Lupo terribile chiuse la bocca, smise di correre e mansueto come un agnello si mise a giacere ai piedi di S.Francesco.

Allora S.Francesco così gli parlò:

“Fratello lupo, tu in questi luoghi hai provocato grandi danni e hai ucciso le creature di Dio senza il suo permesso; ma non solo hai ucciso e divorato gli animali, hai avuto il coraggio di uccidere gli uomini, fatti all’immagine di Dio, e per questa cosa tu sei degno di essere condannato. Tutto il popolo di questa terra parla di te e ti è nemico, ma io voglio che sia fatta pace fra te e questa gente. Cosicché tu non faccia più del male e loro ti perdonino ogni cattiva azione del passato”. Appena S. Francesco disse queste parole, il lupo, con movimenti del corpo, della coda, degli occhi e con l’inchinare del capo dimostrava di accettare quello che il Santo gli aveva detto.Allora S.Francesco continuò: “Fratello lupo, poiché ti piace fare e mantenere questa pace, io ti prometto che ti farò assistere per tutta la vita dagli uomini di questa terra affinché tu non soffra mai la fame, perché io so che a causa della fame tu hai fatto ogni male. Ma, fratello lupo, io voglio che tu mi prometta di non fare del male né a Persona né ad animale; prometti tu questo?” Il lupo inchinando il capo fece segno evidente che lo prometteva. E San Francesco così continuò:”Fratello lupo,io voglio che tu dia un segno,un giuramento,affinché io mi possa fidare che manterrai la promessa.”Allora il lupo sollevò una zampa e familiarmente la pose sulla mano di S. Francesco.
Il Santo disse:”Fratello lupo io ti ordino, nel nome di Gesù Cristo, di venire ora con me in città a confermare questa pace” E il Lupo, ubbidiente, seguì il Santo come un agnello suscitando grande meraviglia tra tutti coloro che osservavano questa scena. Intanto la notizia si diffuse rapidamente in tutta la città così che tutti, uomini, donne, giovani e vecchi andarono in piazza a vedere il lupo con S.Francesco. Appena il popolo si era radunato, S. Francesco prese a predicare, spiegò che era più pericolosa la fiamma dell’Inferno che non la rabbia del Lupo, poi continuò: “Ascoltate, fratelli miei, fratello lupo che è qui davanti voi mi ha promesso di fare pace con voi e di non arrecarvi più alcun danno se gli darete ogni giorno il cibo per vivere. Ed io vi garantisco per lui che manterrà il patto della pace.”
Allora tutto il popolo, in coro, promise di nutrirlo. S.Francesco in presenza di tutto il popolo disse al lupo: “E tu,fratello lupo, prometti di osservare il patto della pace e di non arrecaredanno né ad animali, né ad uomini, insomma a nessuna creatura?” Il lupo, inginocchiandosi, inchinando il capo, muovendola la coda, gli orecchi e il corpo dimostra di voler osservare il patto.
Da quel giorno il lupo visse due anni in Gubbio: entrava ed usciva liberamente dalle porte delle case come un animale domestico senza fare o ricevere alcun danno. Fu regolarmente nutrito dalla gente, ma due anni dopo morì di vecchiaia. La sua morte addolorò molto gli abitanti perché vedendolo andare tanto mansueto per la città si ricordavano meglio della virtù e della santità di S.Francesco.

Leggenda Indiana

“Io sono Islea. Grande Shamana nel mio popolo. Nella mia Terra Piccolo Lupo dagli occhi di ghiaccio esiste una leggenda che parla di noi lupi e degli uomini . Parla anche di tua madre… e ora parlerà anche di te…”Venne un giorno, all’alba del mondo, in cui Colui che Crea non riuscì più a seguire con gli occhi le moltitudini di cose che accadevano sulla terra.

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Allora chiese a un lupo di farne il giro di corsa per scoprire come vivevano e operavano gli essere da Lui creati. La prima volta il lupo fece il giro della terra molto rapidamente. Ma era troppo veloce e Colui che Crea lo rimandò indietro. La seconda volta il lupo impiegò un anno, ma nel corsodi quel tempo non fece in tempo a vedere tutto. Di nuovo Colui che Crea lo rimandò sulla terra. La terza volta il lupo non tornò più perché la terra era diventata troppo grande per lui e vi accadevano troppe cose. Colui che Crea attende ancora oggi il ritorno del lupo…

Sulla terra il lupo ebbe molti discendenti che, con il passare del tempo,dimenticarono la missione affidata loro da Colui che Crea. Fu così che i lupi cominciarono a vivere come tutti gli ùanimali, ma per mantenere la promessa fatta a Colui che Crea cercarono qualcuno che potesse sostituirli nella loro missione. I lupi pensarono che gli uomini fossero, fra tutti gli animali creati da Colui che Crea, quelli piùadatti.Ma, con il passare del tempo, i lupi si accorsero che la loro era una scelta sbagliata.

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Gli uomini si rivelarono violenti,deboli, fragili dentro. I lupi decisero allora di diventare i guardiani degli uomini finchè questi ultimi non fossero stati pronti a diventare la loro discendenza e a prendere il loro posto nella missione voluta da Colui che Crea, placando la suacollera. Ma i secoli sono passati e gli uomini non sono cambiati.Il popolo dei lupi è l’ombra del popolo degli uomini. Certi uomini lo sanno. Certi uomini sono lupi…

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IL LUPO

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Gli uomini lo sanno che cos’è la vita…
siamo nel mirino… corri un altro po’…
ci sorprende il lampo di una fucilata…
…dimmi… stai giocando?…
non mi dire no…
Giovane compagna…
fossi addormentata?…
gli uomini sorridono,
ora sò perché…
leccherò per sempre questa tua ferita…
uomo… se hai il coraggio prendi pure me…
t’innamorerai del tuo prigioniero,
ti sorprenderai… t’innamorerai di me…
t’innamorerai del tuo prigioniero,
ti sorprenderai… t’innamorerai di me…

Dietro la collina scende giù la sera…
dietro al nostro amore…
…dorme insieme a te…
[M. Castelnuovo]

IL LUPO SILANO

Il lupo silano fino a qualche decennio addietro, si poteva sentire ululare ogni notte….erano i richiami che usavano i vari componenti del branco per tenersi in contatto.Si assisteva, così allo spettacolo dei cani randagi che si riunivano e…formando uno schieramento a forma di piramide,con gli animali più forti alle prime posizioni rispondevano abbaiando fino alle prime luci dell’alba.Raramente venivano a contatto tra di loro.Nè i lupi si azzardavano ad avvicinarsi troppo agli abitatitranne che durante il peridodo invernale, quando,come annualmente si verificava,infierivano fra qualche gregge ed arrivavano fino alla periferia dei paesi silani.

Fino a pochi anni addietro,per gli abitanti della Sila il lupo costituiva un serio pericolo e,anche se non attaccava l’uomo se non quando gli era precusa ogni altra via per mettersi in salvo,metteva spesso in pericolo intere greggi alle porte della capanne dei pastori era frequente vedere appese pelli di animali:erano delle bestie che erano state raziatee che il pastore esponeva alla pubblica vista perchè il padrone del gregge fosse informatoche i lupi gli avevano causato delle perdite.

I “lupari” di professione, a cavallo, andavano in cerca di lupi da uccidere,ed anche l’occasionale uccisore di una bestia riceveva, facendo il giro di ciascuna abitazione,doni e fama di essere un “forte”. L’assurda caccia che gli è stata data,la costruzione di nnumerevoli strade fra i boschi e l’impoverimento della selvagginahanno decimato i branchi che ora vengono protetti.

Il Lupo Maestro

Il Lupo, esploratore delle terre. Conoscitore dei popoli.Colonizzatore servile è il precursore di una nuova vita.Maestro coscienzioso ritorna nel clan per insegnare e condividere la sua conoscenza,medicina per un vivere in armonia nel Creato.Il Lupo mostra la sua lealtà in ogni cosa,è fedele al suo branco e alla sua compagna,ai suoi figli e alla Madre Terra,e trasmette questa sua qualità alla progenie futura.Se ti fosse possibile frequentare i Lupi,potresti scoprire nel branco, un immenso senso della famiglia,nonché un fortissimo impulso individualista.Il Lupo non si annulla, non annienta la sua personalità per il piacere di qualcuno,Egli rimane se stesso per completare la pluralità che porta alla perfezione ell’entità.Anche gli uomini possiedono la capacità di far parte di una società,eppure continuano ad incarnare i propri sogni e le proprie idee nell’individualismo…

Se solo si fermassero ad osservare il Maestro, capirebbero l’importanza dell’unione dell’insieme.Il Lupo, viene posto in relazione con la Stella Cane, Sirio,la cui leggenda tramanda la provenienza dei maestri dell’antichità.Enigmatiche leggende narrano del mistero di Sirio,una Stella legata a fatti e a conoscenze delle quali l’uomo ha potuto verificarne l’effettiva autenticità,solo nell’era moderna e con tecnologie delle quali, al tempo dei primi racconti,non si sperava neanche si potessero mai realizzare.Sirio, dopo il Sole, è la stella più brillante in cielo.Sirio è la casa degli dei.Il Lupo, essere superiore, nella tradizione indiana,viene collegato ai maestri del passato come esempio di rettitudine.Capace di affrontare il ciclo della Vita con dignità e coraggio,cerca sempre di evitare conflitti di sangue.


Comunicando attraverso leggere flessioni del corpo e sottili mutamenti emotivi,esprime il suo forte controllo sulla coscienza.Protettore della Natura, viene a sua volta protetto, per salvaguardare la sua grande conoscenza.‘I suoi sensi sono molto acuti, le sue verità molto profonde.Altruista per il bene distribuisce al mondo la sua saggezza.In comunione con la Luna, esterna l’energia psichica e,dell’inconscio, svela i segreti che conducono alla conoscenza e all’equilibrio.’L’ululato è il richiamo e la richiesta, è l’intesa e il desiderio di comunicarecon tutto ciò che si trova appena al di sotto della superficie del sapere.La medicina del Lupo dà al maestro che è in ognuno di noi, la forza di venire fuori,per aiutare i figli della Terra a comprendere il Grande Mistero e la Vita…

Il Branco


La consapevolezza della potenza dell’unione,muove gli animali sociali, ad aggregarsi fra loro.La saggezza dei lupi sta nell’unirsi per sopravvivere e per continuare a lasciare le proprie impronte sulla terra.Ciò che fa del lupo un esempio di armonia ed equilibrio,sta nel suo comportamento sociale-altruistico di collaborazione.Cacciati fino al limite dell’estinzione.Indipendenti ma dotati di grande spirito di branco.Capaci di adattarsi agli habitat più difficili.Cacciatori intelligenti e spietati.Fedeli e protettivi verso i cuccioli e i vecchi.I Lupi sono oggi animali simboli della natura, da salvare.

Il Lupo sa perdonare

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Dai lupi una lezione di vita per tutti gli uomini. Gli animali considerati fra i più feroci della terra sanno perdonare. Secondo un recente studio di etologia infatti fanno pace entro due o tre minuti al massimo.

Buone Feste A Tutti !!!

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Per Natale in Germania

 

Anche i lupi banchettano avranno diritto a sbranare pecore e altri animali fino a un valore massimo di 150mila euro. Gli allevatori saranno risarciti dal Tesoro.Anche i lupi del Maclemburgo-Pomerania, regione nord orientale tedesca, hanno diritto a festeggiare il Natale: il governo della zona ha infatti stabilito che i locali lupi grigi selvatici, cinque in tutto, potranno uccidere pecore e altri animali fino a un valore massimo di 150mila euro.È questo infatti, festività natalizie a parte, l’ammontare che il Tesoro della regione è disposto a risarcire agli allevatori in caso di danni provocati dai lupi. In passato, molte pecore sono state sbranate e con questa iniziativa il governo vuole evitare che i poveri lupi vengano uccisi dai pastori.Il piano, presentato dal ministro dell’Agricoltura della regione, Till Backhaus (Spd), prevede inoltre contributi ai pastori per proteggere gli ovini con recinti speciali e altre misure.I lupi sono ricomparsi in Maclemburgo-Pomerania nel 2000 e secondo alcuni esperti questi cinque esemplari sarebbero arrivati in Germania dalla Polonia.


Lupo decapitato al Parco nazionale dei Monti Sibillini

Qualche tempo fa nell’Appennino a cavallo tra Marche  e Toscana un lupo fu ucciso e impiccato ad un segnale stradale. Purtroppo il gesto ha fatto scuola. Qualche giorno fa una testa di lupo è stata fatta ritrovare legata a dei cartelli stradali nei pressi di Visso, con attaccato un biglietto indirizzato al sindaco di Visso e al presidente del Parco.Un chiaro messaggio in stile mafioso. Un esecrabile atto e tentativo d’intimidazione che certamente ha preso spunto dai  danni causati dalle recenti uccisioni di pecore che si sono succedute negli ultimi  mesi negli allevamenti dei paesi limitrofi al parco.Dei selvatici, forse lupi, probabilmente cani selvatici, hanno fatto scempio di numerosi capi di bestiame.Non è la prima volta. La perdita economica per gli allevatori è stata indubbia, ma sgomenta il gesto in una terra, la montagna di Marche ed Umbria, per sua indole refrattaria ai gesti brutali; tradizionalmente avezza ad una contrapposizione anche dura e irriducibile sui temi che riguardano l’uomo e la natura,ma mai gratuitamente violenta e irragionevolmente incivile.

Che cosa infatti si vuole comunicare, con tale macabro messaggio, se non il disprezzo, prima di tutto, della legge  e poi di tutta la comunità, locale e nazionale, ritenuta colpevole di aver voluto con l’istituzione di aree protette limitare il preteso diritto di servirsi del bene comune contro gli interessi egoistici dei singoli? Purtroppo tale gesto di inqualificabile violenza, simbolicamente accomunabile ai gesti simili che mafia e camorra usano per intimidire i giudici e la gente onesta che non si piegano al ricatto della violenza, testimonia una silente, ma preoccupante, mutazioneantropologica dei nostri anni. Testimonia del radicarsi e crescere negli animi  di un irrazionale rancore  che ribolle e avviluppa come una bruma velenosa i rapporti sociali. Considerare le ragioni dell’economia e dell’ambiente, quelle del vivere civile e dirimere le inevitabili contraddizioni, gli attriti che ne nascono e le diverse concezioni, appare al alcuni un esercizio troppo complesso faticoso, da stroncare senza indugi con gli atteggiamenti della violenza e del fatto compiuto.

Avete voluto leggi per proteggere la fauna selvatica, io non sono d’accordo e vi stermino il lupo con ogni mezzo! La prepotenza del fatto compiuto che oggi, purtroppo, rischia di trovare leggittimazione anche da parte di alcune   istituzioni che democraticamente nacquero per contrastare questa perversaderiva del diritto, sancisce dolorosamente il decomporsi allarmante dell’humus civile. Questo il messaggio! Ma dimostra anche che la ratio che muove tali persone è quella della vigliaccheria di chi è incapace di assumersi le proprie personali responsabilità; di chi agisce nell’ombra perchè pienamente consapevole di essere dalla parte del torto, ma non disdegna la prepotenza.Dietro ad ogni atto di violenza anche, come in questo caso, verso gli animali,  c’è sempre l’azione della menzogna, della verità adulterata seminata intenzionalmente nell’animo delle persone o per favorire i propri particolari interessi, non sempre leciti, o inconsapevolmente divulgata per colpevole leggerezza.

Così per attizzare l’odio contro i selvatici da tempo si fa circolare l’inconsulta diceria della reimmissione del lupo da parte dei parchi che la stampa rimoltiplica lucrando sul grido de “al lupo, al lupo” che a sua volta rinforza la chiacchiera iniziale legittimandola. Così pochi giorni fa, l’uccisione di alcune capre nelle campagna attorno Macerata, condotta da un cane fuggito da qualche villa circostante, è stata strombazzata a titoloni sulla cronaca locale come un ennesimo attacco dei lupi giocando sull’equivoco (ben evidente all’interno dell’articolo) tra lupo (nel titolo) e cane-lupo nell’articolo.

Ma ancor più, contro ogni ormai consolidata verità scientifica e conoscenza biologica ed ecologica, in molti  è pervicacemente radicato il concetto, del tutto errato, tanto caro  ai cacciatori del cosidetto “animale nocivo”.Di nocivo oggi, se proprio vogliamo usare tale categoria, c’è solo l’uomo che sta distruggendo per la sua insanziabile bramosia migliaia di ettari di fertile suolo agricolo seppellendolo sotto un manto di cemento ed asfalto. Al confronto del danno irreversibile che in questi anni si sta criminalmente determinando nelle nostre campagne, valli e colline, a causa della selvaggia urbanizzazione i suddetti danni del povero lupo sono del tutto insignificanti. Eppure contro tali fatti, sotto gli occhi di tutti, che non solo danneggia noi, l’ambiente, gli interessi di singoli e la collettività, ma anche la vita dei nostri figli ipotecando il loro futuro per i prossimi secoli, solo poche voci addolorate si levano, inutilmente.

Tutto questo, per paradosso ulteriore, avviene proprio nella montagna di Umbria e Marche, la terra che vide fiorire la personalità mai più euguagliata di San Francesco. Lo specchio della vera umanità capace di guardare al creato non con lo sguardo bramoso di chi vuole carpire, impossessarsi, distruggere, ma di chi vede nell’altro, benchè diverso, come solo può esserlo un lupo selvaggio, una creatura, un essere munito della propria e inalienabile dignità, del tutto uguale a quella dell’uomo.L’atto di uccidere un lupo va contro le leggi che questa nazione si è data e per questo bene fanno le forze dell’ordine che cercano di reprimere tali atti. Ma i lupi hanno dimostrato di saper superare ben altre avversità, se ancora numerosi popolano l’Appennino, malgrado la caccia spietata dei secoli scorsi. L’atto riprovevole di sfregiarlo decapitandolo va però contro l’umanizzazione dell’uomo ed è un vulnus molto più difficile da guarire.

I LUPI PARLANO

 

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I lupi non parlano con le parole, come gli umani, ma con i movimenti del corpo, delle orecchie e della coda! Per gli uomini può sembrare difficile, ma in questo modo riescono a dirsi una quantità di cose!Ad esempio il capobranco, ovvero il maschio alfa, tiene le orecchie dritte e la coda verso l’alto come uno scettro, per far capire che è lui che comanda! Invece i sottoposti per far capire la loro inferiorità tengono la coda fra le gambe. Così con tutta una serie di segnali del corpo ogni lupo riesce a far capire le proprie emozioni ai suoi simili.

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Ma i lupi comunicano anche con i suoni: abbaiano, ringhiano, uggiolano (questo è il verso dei cuccioli!) e soprattutto ululano… L’ululato è utile per molti motivi… Serve soprattutto per comunicare da distante con gli altri membri del branco, o per avvisare gruppi vicini della propria presenza. Ogni esemplare ulula in modo leggermente diverso, così come ogni uomo ha una voce un po’ diversa dagli altri: in questo modo un lupo è in grado di riconoscere l’ululato di ogni suo compagno! Spesso il branco ulula prima di andare a caccia e tutti i membri si uniscono al coro, come se cantassero. Sembra che ciò rafforzi i legami e la fedeltà all’interno del branco.E chissà con quale suono(abbaio,ululato o uggiolato) ci stanno chiedendo di lasciarli in pace e di non perseguitarli più!!!

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Quando i lupi vanno a caccia in branco, solitamente camminano in fila indiana poggiando le zampe sulle orme degli altri componenti. Sapete perchè ? Lo fanno perchè se un nemico osserva le impronte può pensare che ci sia un solo lupo, quando in realtà c’è un intero branco!!!Lo sapete che il lupo ha anche un udito buonissimo? Sarebbe capace di sentire il ticchettio di un orologio lontano 10 metri.

 

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Concludendo non pensate anche voi che un animale così intelligente ,per niente aggressivo nei confronti dell’uomo se non per difesa,un affascinante animale che segue delle regole ferree durante la  sua breve vita,debba essere lasciato  libero di vivere e non più perseguitato???

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LUPO BIANCO

Nome: Lupo artico
Specie: C. lupus
Genere: Canis
Famiglia: Canidae
Classe: Mammifero


ANATOMIA

I lupi artici sono generalmente più piccoli dei lupi grigi, avendo all’incirca una lunghezza che si aggira tra gli 0,9 e gli 1,8 m compresa la coda; i maschi sono più grandi delle femmine. La loro altezza al garrese varia tra i 63 ed i 79 cm; i lupi artici sono più robusti dei lupi grigi e pesano spesso più di 45 kg. Maschi completamente sviluppati hanno raggiunto anche pesi superiori agli 80 kg. I lupi artici hanno solitamente piccole orecchie, il che li aiuta a trattenere il calore corporeo.In cattività i lupi artici hanno raggiunto età superiori ai 18 anni, mentre in natura la loro vita media è di soli 7-10 anni.


CACCIA

I lupi artici, come tutti i lupi, cacciano in branco; predano soprattutto caribù e buoi muschiati, ma uccidono anche un gran numero di lepri artiche e di lemming, così come altri animali più piccoli. Una loro preda comune è costituita anche dagli alci; le loro lunghe zampe rendono questi animali più lenti, che, nella neve soffice, possono anche rimanere intrappolati, divenendo quindi vulnerabili agli attacchi dei branchi di lupi. A causa della scarsità delle piante da pascolo, questi animali sono costretti a vagare su aree vaste anche più di 2600 km² per trovare le prede e seguono i caribù in migrazione verso sud durante l’inverno. Un recente filmato di un documentario della BBC mostra che i lupi artici cacciano anche anatre.


RIPRODUZIONE

Normalmente, solamente il maschio e la femmina alfa possono accoppiarsi, ma nei grandi branchi possono farlo anche altri esemplari. A causa del suolo di permafrost dell’Artico e della difficoltà di scavarvi delle tane, i lupi artici usano spesso affioramenti rocciosi, caverne od ogni depressione poco profonda come tane; la madre dà alla luce da due a tre cuccioli tra la fine di maggio e gli inizi di giugno, circa un mese più tardi dei lupi grigi. Si ritiene generalmente che il numero di cuccioli inferiore rispetto alla media di 4 o 5 dei lupi grigi sia dovuto alla scarsità di prede dell’Artico. Essi nascono dopo circa 63 giorni. I lupacchiotti rimangono con la loro madre per 2 anni.


DISTRIBUZIONE

Il lupo artico ed il lupo dei boschi sono le uniche sottospecie di lupo grigio che si possono ancora trovare in tutto il loro areale originario; ciò è dovuto al fatto che nel loro habitat naturale si incontrano degli uomini solo molto raramente.Un branco di lupi artici allo zoo di Toronto.Il White Wolf Sanctuary è un rifugio per i lupi artici situato a Tidewater, nell’Oregon. La popolazione media dei lupi del santuario è di 8-10 esemplari ogni 40 acri e tra questi animali vi sono anche alcuni individui feriti, malati o abbandonati che sono stati salvati.


“I lupi bianchi sono fieri guerrieri della Foresta Antica. Da generazioni questi lupi si tramandano la tenacia del guerriero lupo.Secondo le leggende, il primo lupo bianco aveva spinto il suo branco a combattere contro dei demoni per salvare il Grande Albero, senza la quale la Foresta Antica morirebbe. Riuscirono a combattere le forze del male, e da allora sono i guardiani di quella grande terra.”

IL LUPO

Abbiamo deciso di pubblicare(naturalmente con il consenso dell’autore)questo video di questo gruppo  UCRONIUTOPIA formato da ragazzi con un grande talento che hanno composto e inciso questa canzone che tratta un argomento a noi piuttosto noto e interessante e cioè IL LUPO, chè è proprio il titolo della canzone della quale abbiamo pubblicato il video.

Loro sono Gli Ucroniutopia un gruppo di musica folk/rock.Nascono da un’idea del cantautore Gianluca Lalli.Il nome della band è una fusione delle parole UCRONIA e UTOPIA.UCRONIUTOPIA : SENZA LUOGO, SENZA TEMPO. Le canzoni degli UCRONIUTOPIA sono in effetti delle poesie in musica, nascono come pezzi cantautoriali ma si caratterizzano per gli arrangiamenti particolari: ad esempio la chitarra elettrica con suoni spesso distorti, che in un contesto folk non sono così usuali, si sposa perfettamente con uno strumento come il violoncello, cupo e malinconico, creando un connubio tra passato e presente nella storia della musica e dell’uomo. Accanto alla voce principale si affianca un’altra voce, quella di un soprano, per lo più nei cori, che va a creare una musicalità del tutto particolare che arricchisce il sound; anche questa fusione tra le due voci risulta sperimentale in un contesto di musica cantautoriale, ed ottiene un risultato piacevole ed efficace. Il sound è completato da tastiera, basso, chitarra acustica e un flauto traverso.I testi delle canzoni degli UCRONIUTOPIA raccontano storie di ogni tipo. Parlano di amore, ma di un amore diverso rispetto all’amore convenzionale. Amore nel senso profondo e universale fuori dalle solite etichette.


Le canzoni raccontano storie di soprusi, violenze, discriminazioni, storie  di uomini e di mondi! Raccontano storie di mostri orribili che albergano dentro di noi, di anime che cercano di liberarsi da una gabbia, di elfi e donne malvagie, di strade polverose, di randagi che vagano ricercando invano il proprio io. A livello musicale affiora l’influenza delle ballate rinascimentali, di chansonnier, i più vicini BRASSENS e FERRÈ. I testi prendono ispirazione dalle opere dei poeti maledetti, principalmente VILLON, BAUDELAIRE e RIMBAUD, e sono vicini alle tematiche letterarie della BEAT GENERATION, allacciati inevitabilmente ad autori quali ARTAUD, HUXLEY, ORWELL, CELINE, JOHN FANTE, PIRANDELLO, ZAMJATIN, SARTRE, MILLER e altri. FABRIZIO DE ANDRÈ, FRANCESCO GUCCINI e CLAUDIO LOLLI sono anche loro per gli UCRONIUTOPIA forti punti di riferimento. Nonostante le molteplici influenze, le canzoni degli UCRONIUTOPIA sono pezzi originalissimi con arrangiamenti unici nel loro genere.Gli UCRONIUTOPIA sono nati nella primavera del 2009 e da due anni sono attivi sulla scena musicale nazionale e internazionale. Spesso i concerti degli UCRONIUTOPIA si tengono in associazioni culturali, nell’ambito di festival di controcultura e in spazi sociali in generale, ma anche in feste di piazza e club.

Buona visione a tutti!!!

NOTE : LIBERATORIA


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