Racconti da molto lontano

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Mentre scrivo mi trovo in una piccola baita a qualche km da Fairbanks, in Alaska. Qui il freddo ti pesa addosso come ferro e le lunghe ore di buio invernale, costringono a lasciare accese le luci per gran parte della giornata. Fuori, a trenta gradi sotto zero, al solo tocco dell’accetta la legna per la stufa si spacca letteralmente in due. Quando esco nella luce grigia del giorno, riesco a vedere in lontananza attraverso la taiga.Dovreste essere qui.Durante le escursioni in queste terre è possibile scorgere solo poche tracce di animali. Forse quelle lasciate da una pernice bianca, o da una lepre, oppure da un alce americano.Nel cuore dell’inverno sembra tutto immobile. Guadagnarsi da vivere è estremamente difficile, eppure il lupo mangia. Caccia nell’oscurità, si tiene al caldo. Qui, ci vive.Il rifugio da dove scrivo si trova al nord della città, nella Goldstream Valley, luogo che alcuni anni fa attirò l’interesse delle cronache quando i lupi uccisero numerosi cani domestici. La Goldstream Valley è scarsamente popolata, ed è ubicata ai margini dell’areale dei lupi: quell’inverno, i lupi presero l’abitudine di far visita alle abitazioni e di uccidere i cani. I padroni di casa non sentivano alcun rumore, se non il proprio cane abbaiare e ringhiare. Poi il silenzio. Uscivano per fendere la notte con il fascio di luce di una torcia, senza peraltro notare nulla di strano.

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Al mattino trovavano il collare del cane, o alcune ossa scarnificate: tutto ciò che i lupi si lasciavano alle spalle erano enormi orme sulla neve.Dopo che i lupi ebbero ucciso in questo modo una ventina di cani, alcuni cittadini presero a disseminare il territorio di carne avvelenata e tagliole, ma i lupi continuarono a cibarsi di cani fino alla primavera successiva, quando il numero delle vittime arrivò a quarantadue.Quando il fenomeno cessò, alcuni biologi dissero agli abitanti che quello era stato un inverno particolarmente rigido, e che i lupi avevano finito per attaccare i cani al fine di sostenersi. Il proprietario di una muta di cani da slitta affermò che i lupi sono assassini nati, come il ghiottone e la donnola. Continuò sostenendo che Dio aveva popolato la terra di alcune creature affinchè aiutassero l’uomo, mentre altre gli avrebbero reso la vita difficile, e il lupo era una di queste.E’ proprio l’uccisione dei cani nella Goldstream Valley a fare emergere le opinioni più diverse su questo animale.I lupi eccitano l’animo dell’uomo e suscitano forti sentimenti, soprattutto se l’uomo avverte che la propria vita, o quella dei suoi animali domestici è in pericolo.Le spiegazioni sul comportamento del lupo sono numerose.Mentre i biologi impugnano dati, gli eschimesi e gli indiani accettano l’interpretazione dei naturalisti, ma sono aperti a visioni più ampie e leggendarie.

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Il proprietario di una muta di cani da slitta è giustamente più preoccupato di salvaguardare i suoi cani che di comprendere le pulsioni insite nel lupo. E tutti, per certi versi credono che i lupi ululino solo alla luna, che pesino novanta kg, che scorrazzino in branchi da cinquanta elementi e che impazziscano all’odore del sangue.Nulla di tutto questo corrisponde alla realtà.La verità è che sappiamo poco dei lupi, e molto di ciò che supponiamo di conoscere è frutto della nostra immaginazione.I lupi sono animali straordinari. Nell’inverno del 1976, un cacciatore aereo sorprese dieci lupi grigi lungo un crinale della Catena d’Alaska. Gli animali non avevano via di fuga e l’uomo ne uccise nove in breve tempo, mentre il decimo era diretto verso la cima di un contrafforte che si diramava nel canale. Il cacciatore sapeva benissimo che il contrafforte terminava con un salto improvviso a strapiombo di un centinaio di metri, e volle seguire, curioso, le mosse della sua preda. L’animale si gettò senza esitazione nel crepaccio, atterrò su un banco di neve e riemerse correndo in un’esplosione di polvere.Gli eschimesi Nunamiut della catena di Brooks parlano dei lupi come di cacciatori in qualche modo simili a loro: sostengono che quando i lupi partono alla caccia di caribù, sappiano bene dove sono diretti e che forse traggano indicazione dal comportamento dei corvi imperiali. Secondo i Nunamiut, all’interno di un branco alcuni esemplari non uccidono mai, mentre altri sarebbero specializzati nella caccia di prede più piccole.I lupi modificano le loro tecniche di caccia, condividono il cibo con i membri più vecchi impossibilitati alla caccia e si fanno regali. Sono in grado di vivere una settimana in mancanza di cibo e di percorrere oltre trenta km senza rompere il passo, dedicano buona parte del tempo ai piccoli e al gioco, a volte inseguono le mandrie solo per divertimento.Nella caccia, i lupi non si limitano ad uccidere prede vecchie, deboli o ferite, ma si avventano anche su esemplari in piena salute, così come non cacciano solo per necessità ma a volte uccidono in eccesso. E si uccidono anche tra di loro. Le ragioni di tali azioni non sono ancora chiare.Il lupo esercita una forte influenza sull’immaginario umano. Carpisce il nostro sguardo per poi restituircelo (Gli indiani Bella Cola credevano che qualcuno, una volta, avesse cercato di trasformare tutti gli animali in uomini, riuscendo però a rendere umani soltanto gli occhi del lupo.) Trovandosi al cospetto di quello sguardo, chiunque vorrebbe improvvisamente esprimere le sensazioni di cui è stato preda: timore, odio, rispetto,curiosità. Chi odia i lupi sostiene che siano assassini per natura, ma ciò non è vero. Chi ama i lupi afferma invece che in Nord America nessun esemplare sano ha mai ucciso un uomo, ma anche questo non è vero, poichè i lupi hanno causato la morte di indiani ed eschimesi.Essere rigorosi in tema di lupi equivale a pretendere certezze anche dalle nuvole… “

Curiosità :
-La mascella di questo predatore è due volte più forte di quella di un cane della stessa taglia. I denti sono specializzati: davanti sono piccoli, affilati e incisivi per fare a pezzi la carne. Intorno possiede quattro zanne impressionanti, lunghe fino a tre centimetri, dietro le zanne si trovano i premolari e i molari; tra questi quattro sono più grandi e si chiamano ferini. La spettacolare dentatura, associata alla devastante forza dei muscoli masseteri della mandibola, forniscono al canis lupus una capacità di morso sbalorditiva: essa può esercitare infatti una pressione di oltre 100 kg per centimetro quadrato.
-Dispone di uno splendido mantello, costituito da due strati, un sottopelo folto, morbido e di colore chiaro, e un lungo pelo di guardia esteno, che elimina l’umidità e conserva il sottopelo asciutto. Il mantello si ispessisce nella zona del garrese, dove i peli di guardia possono raggiungere l’altezza di dieci o dodici centimetri. Infilando il muso e il naso tra le gambe posteriori e sovrapponendovi la folta coda, i lupi sono in grado di dare le spalle al vento, e di dormire comodamente all’aperto a 40 gradi sotto zero.


-Sono state espresse più ipotesi sulla natura e sulla funzione dell’ululato del lupo. Si tratta di un suono pieno, accattivante, un’eco lamentosa e seducente capace di istillare soggezione e far accaponare la pelle. Sembra che la sua funzione sia di radunare il branco, prima e dopo una caccia, di segnalare un allarme, in particolare se una tana è minacciata, di individuarsi a vicenda nel mezzo di una tempesta e di comunicare a grandi distanze.
Nell’aria immobile dell’Artico, l’ululato può essere udito a dieci km di distanza.
Non ci sono mai state prove a confutare la credenza secondo cui i lupi ululino alla luna, o lo facciano più spesso nelle notti di plenilunio, tuttavia è facile capire come tutto ciò abbia trovato diffusione nell’immaginario umano durante le gelide e limpide notti artiche, quando il suono corre lontano e la luna avvolge di mistero il territorio innevato.

Posted by 8 Maggio 2011 Leave a comment Category: Foto Art

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