Il lupo messicano (Canis lupus baileyi) è la sottospecie più rara e più geneticamente distinta di lupo grigio in Nordamerica. È anche una delle sottospecie più piccole, raggiungendo una lunghezza massima non superiore ai 135 cm e un’altezza massima di circa 80 cm. Il peso varia dai 27 ai 45 kg.
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Fino a tempi recenti, il lupo messicano era diffuso nei deserti di Sonora e di Chihuahua dal Messico centrale fino al Texas occidentale, al New Mexico meridionale e all’Arizona centrale. Dagli inizi del XX secolo, la riduzione delle prede naturali come i cervi e i wapiti portò molti lupi ad attaccare il bestiame domestico, provocando gli sforzi intensivi delle agenzie governative e individuali per sradicare il lupo messicano. Anche i cacciatori perseguitarono il lupo, poiché uccideva i cervi. Anche i trapper, governativi e privati, hanno dato una mano nella sradicazione del lupo messicano (bisogna notare che studi recenti compiuti da esperti di genetica hanno mostrato che l’areale dei lupi messicani si spingeva più a nord, fino al Colorado).
Questi sforzi ebbero molto successo e dagli anni cinquanta il lupo messicano in natura è stato eliminato. Nel 1976 il lupo messicano venne dichiarato una specie minacciata e da allora lo è sempre rimasto. Oggi sopravvivono in natura all’ incirca 15 lupi messicani .
BUONE NOTIZIE DAL FRONTE:
A seguito delle costanti pressioni relative alla cattiva gestione del progetto di reinserimento del Lupo messicano, il Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti cambia politica sul controllo degli esemplari “dannosi” (22/12/09)
LUPO MESSICANO E’ REALMENTE TUTELATO?
Il dato è molto preoccupante se si pensa che erano 18 del 1996 e questo calo si è registrato nonostante la specie sia stata dichiarata “critically endangered”. Il fatto più grave è che di queste sette coppie, solo sei si riproducono. Il maschio di una delle coppie infatti è stato abbattuto e la femmina compirà quest’anno 10 anni, un’età forse troppo avanzata per la riproduzione.
Questa non è una differenza da poco, fanno notare al Center for Biological Diversity. Censendo sette coppie di lupi, di fatto l’Agenzia apre la possibilità da parte degli allevatori di abbatterli dato che le regole prevedono questa possibilità solo quando i lupi sono almeno rappresentati da sei coppie. Dichiarandone fasullamente sette, l’Agenzia lascia un po’ di spazio extra alle richieste degli allevatori.
Nel corso del 2006 il Governo ha proceduto direttamente all’abbattimento di 5 lupi grigi messicani: altri 8 sono morti non intenzionalmente durante delle operazioni di cattura e 4 sono stati catturati ma non per essere liberati in altre zone. In totale, dalla reintroduzione sono stati abbattuti 8 lupi, uccisi involontariamente 20 e catturati 24. Altre dozzine di lupi sono stati catturai e trasferiti: spesso feriti, stressati e liberati in aree sconosciute lontani dal branco di provenienza, spesso per questi lupi l’unico destino è la morte.
Secondo l’ultimo censimento ci sono al momento circa 60 lupi grigi messicani in libertà contro una prospettiva di 102 prevista dal piano di deintroduzione: un target modesto che non si è riusciti a raggiungere per incapacità gestionali e mala fede, tanto che il Center for Biological Diversity ha citato in giudizio l’Agenzia federale che si occupa dell aloro reintroduzione.
Per avere un confronto, si pensi che la reintroduzione del lupo nello Yellowstone National Park e nell’Idaho centrale ha portato a una popolazione di circa 1.000 esemplari, resa possibile dalla soppressione delle operazioni di “controllo dei predatori” messe in atto nel sud quando i lupi attraversano confini politici (che ovviamente ignorano!) o quando abbattono capi di bestiame dopo essersi nutriti di quelli morti naturalmente che gli allevatori non provvedono a rimuovere.
È evidente il contrasto tra una politica di reintroduzione e una prassi di abbattimenti e catture diffuse che non fanno che erodere la base genetica di questa popolazione, minacciandone comunque la possibilità di sopravvivenza nel lungo periodo.
FINALMENTE BUONE NOTIZIE:
Reintrodurre predatori e’ sempre molto difficile perche’ prima o poi, inevitabilmente, finiscono per incrociare il proprio cammino con altri interessi. Era questo il paradosso che viveva il Lupo messicano (Canis lupus baileyi): al centro di un ampio progetto di reintroduzione veniva costantemente abbattuto legalmente sulla base di una assurda regola che prevedeva la cattura o la morte di ogni lupo ritenuto responsabile di tre attacchi a bestiame nel croso di un anno.
Tale regola era frutto di un compromesso con altre Agenzie federali che erano state coinvole nel progetto di reintroduzione e soprattutto destinata a rabbonire gli allevatori che, per principio, vendono nel lupo un pericoloso nemico da eliminare, non da reintrodurre!
TutelaFauna aveva gia’ riportato, nel 2007 le polemiche relative a un sistema di gestione che rendeva di fatto vani gli sforzi. Con una mano si voleva reintrodurre il lupo e con l’altra lo si eliminava!
Per fortuna il tiro alla fune di competenze da novembre del 2009 è stato risolto a favore dello U.S. Fish and Wildlife che ha deciso di riprendere nelle proprie mani il 100% della gestione del progetto; le altre Agenzie governative che erano state inefficacemente coinvolte negli ultimi anni saranno ancora consultate ma il loro ruolo – e gli interessi che difendono, spesso contrastanti con quelli del lupo – sara’ ben piu’ limitato.
Sono 52 i Lupi messicani che vivono in liberta’ in Arizona e New Mexico, costiuendo la piu’ rara sottospecie di lupo grigio del nordamerica e uno dei mammiferi piu’ minacciati di estinzione.
Una gestione pesante della regola “tre falli e sei fuori” aveva finora impedito un sostanziale accrescimento della popolazione, che era paradossalmente il principale obiettivo dell’intero progetto e dei milioni di dollari che costa. Negli ultimi anni almeno 11 Lupi erano stati legalmente abbattuti e molti di piu’ riportati in cattivita’.