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Il Lupo Maestro

Il Lupo, esploratore delle terre. Conoscitore dei popoli.Colonizzatore servile è il precursore di una nuova vita.Maestro coscienzioso ritorna nel clan per insegnare e condividere la sua conoscenza,medicina per un vivere in armonia nel Creato.Il Lupo mostra la sua lealtà in ogni cosa,è fedele al suo branco e alla sua compagna,ai suoi figli e alla Madre Terra,e trasmette questa sua qualità alla progenie futura.Se ti fosse possibile frequentare i Lupi,potresti scoprire nel branco, un immenso senso della famiglia,nonché un fortissimo impulso individualista.Il Lupo non si annulla, non annienta la sua personalità per il piacere di qualcuno,Egli rimane se stesso per completare la pluralità che porta alla perfezione ell’entità.Anche gli uomini possiedono la capacità di far parte di una società,eppure continuano ad incarnare i propri sogni e le proprie idee nell’individualismo…

Se solo si fermassero ad osservare il Maestro, capirebbero l’importanza dell’unione dell’insieme.Il Lupo, viene posto in relazione con la Stella Cane, Sirio,la cui leggenda tramanda la provenienza dei maestri dell’antichità.Enigmatiche leggende narrano del mistero di Sirio,una Stella legata a fatti e a conoscenze delle quali l’uomo ha potuto verificarne l’effettiva autenticità,solo nell’era moderna e con tecnologie delle quali, al tempo dei primi racconti,non si sperava neanche si potessero mai realizzare.Sirio, dopo il Sole, è la stella più brillante in cielo.Sirio è la casa degli dei.Il Lupo, essere superiore, nella tradizione indiana,viene collegato ai maestri del passato come esempio di rettitudine.Capace di affrontare il ciclo della Vita con dignità e coraggio,cerca sempre di evitare conflitti di sangue.


Comunicando attraverso leggere flessioni del corpo e sottili mutamenti emotivi,esprime il suo forte controllo sulla coscienza.Protettore della Natura, viene a sua volta protetto, per salvaguardare la sua grande conoscenza.‘I suoi sensi sono molto acuti, le sue verità molto profonde.Altruista per il bene distribuisce al mondo la sua saggezza.In comunione con la Luna, esterna l’energia psichica e,dell’inconscio, svela i segreti che conducono alla conoscenza e all’equilibrio.’L’ululato è il richiamo e la richiesta, è l’intesa e il desiderio di comunicarecon tutto ciò che si trova appena al di sotto della superficie del sapere.La medicina del Lupo dà al maestro che è in ognuno di noi, la forza di venire fuori,per aiutare i figli della Terra a comprendere il Grande Mistero e la Vita…

Il Branco


La consapevolezza della potenza dell’unione,muove gli animali sociali, ad aggregarsi fra loro.La saggezza dei lupi sta nell’unirsi per sopravvivere e per continuare a lasciare le proprie impronte sulla terra.Ciò che fa del lupo un esempio di armonia ed equilibrio,sta nel suo comportamento sociale-altruistico di collaborazione.Cacciati fino al limite dell’estinzione.Indipendenti ma dotati di grande spirito di branco.Capaci di adattarsi agli habitat più difficili.Cacciatori intelligenti e spietati.Fedeli e protettivi verso i cuccioli e i vecchi.I Lupi sono oggi animali simboli della natura, da salvare.

Il Lupo sa perdonare

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Dai lupi una lezione di vita per tutti gli uomini. Gli animali considerati fra i più feroci della terra sanno perdonare. Secondo un recente studio di etologia infatti fanno pace entro due o tre minuti al massimo.

Buone Feste A Tutti !!!

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Per Natale in Germania

 

Anche i lupi banchettano avranno diritto a sbranare pecore e altri animali fino a un valore massimo di 150mila euro. Gli allevatori saranno risarciti dal Tesoro.Anche i lupi del Maclemburgo-Pomerania, regione nord orientale tedesca, hanno diritto a festeggiare il Natale: il governo della zona ha infatti stabilito che i locali lupi grigi selvatici, cinque in tutto, potranno uccidere pecore e altri animali fino a un valore massimo di 150mila euro.È questo infatti, festività natalizie a parte, l’ammontare che il Tesoro della regione è disposto a risarcire agli allevatori in caso di danni provocati dai lupi. In passato, molte pecore sono state sbranate e con questa iniziativa il governo vuole evitare che i poveri lupi vengano uccisi dai pastori.Il piano, presentato dal ministro dell’Agricoltura della regione, Till Backhaus (Spd), prevede inoltre contributi ai pastori per proteggere gli ovini con recinti speciali e altre misure.I lupi sono ricomparsi in Maclemburgo-Pomerania nel 2000 e secondo alcuni esperti questi cinque esemplari sarebbero arrivati in Germania dalla Polonia.


Lupo decapitato al Parco nazionale dei Monti Sibillini

Qualche tempo fa nell’Appennino a cavallo tra Marche  e Toscana un lupo fu ucciso e impiccato ad un segnale stradale. Purtroppo il gesto ha fatto scuola. Qualche giorno fa una testa di lupo è stata fatta ritrovare legata a dei cartelli stradali nei pressi di Visso, con attaccato un biglietto indirizzato al sindaco di Visso e al presidente del Parco.Un chiaro messaggio in stile mafioso. Un esecrabile atto e tentativo d’intimidazione che certamente ha preso spunto dai  danni causati dalle recenti uccisioni di pecore che si sono succedute negli ultimi  mesi negli allevamenti dei paesi limitrofi al parco.Dei selvatici, forse lupi, probabilmente cani selvatici, hanno fatto scempio di numerosi capi di bestiame.Non è la prima volta. La perdita economica per gli allevatori è stata indubbia, ma sgomenta il gesto in una terra, la montagna di Marche ed Umbria, per sua indole refrattaria ai gesti brutali; tradizionalmente avezza ad una contrapposizione anche dura e irriducibile sui temi che riguardano l’uomo e la natura,ma mai gratuitamente violenta e irragionevolmente incivile.

Che cosa infatti si vuole comunicare, con tale macabro messaggio, se non il disprezzo, prima di tutto, della legge  e poi di tutta la comunità, locale e nazionale, ritenuta colpevole di aver voluto con l’istituzione di aree protette limitare il preteso diritto di servirsi del bene comune contro gli interessi egoistici dei singoli? Purtroppo tale gesto di inqualificabile violenza, simbolicamente accomunabile ai gesti simili che mafia e camorra usano per intimidire i giudici e la gente onesta che non si piegano al ricatto della violenza, testimonia una silente, ma preoccupante, mutazioneantropologica dei nostri anni. Testimonia del radicarsi e crescere negli animi  di un irrazionale rancore  che ribolle e avviluppa come una bruma velenosa i rapporti sociali. Considerare le ragioni dell’economia e dell’ambiente, quelle del vivere civile e dirimere le inevitabili contraddizioni, gli attriti che ne nascono e le diverse concezioni, appare al alcuni un esercizio troppo complesso faticoso, da stroncare senza indugi con gli atteggiamenti della violenza e del fatto compiuto.

Avete voluto leggi per proteggere la fauna selvatica, io non sono d’accordo e vi stermino il lupo con ogni mezzo! La prepotenza del fatto compiuto che oggi, purtroppo, rischia di trovare leggittimazione anche da parte di alcune   istituzioni che democraticamente nacquero per contrastare questa perversaderiva del diritto, sancisce dolorosamente il decomporsi allarmante dell’humus civile. Questo il messaggio! Ma dimostra anche che la ratio che muove tali persone è quella della vigliaccheria di chi è incapace di assumersi le proprie personali responsabilità; di chi agisce nell’ombra perchè pienamente consapevole di essere dalla parte del torto, ma non disdegna la prepotenza.Dietro ad ogni atto di violenza anche, come in questo caso, verso gli animali,  c’è sempre l’azione della menzogna, della verità adulterata seminata intenzionalmente nell’animo delle persone o per favorire i propri particolari interessi, non sempre leciti, o inconsapevolmente divulgata per colpevole leggerezza.

Così per attizzare l’odio contro i selvatici da tempo si fa circolare l’inconsulta diceria della reimmissione del lupo da parte dei parchi che la stampa rimoltiplica lucrando sul grido de “al lupo, al lupo” che a sua volta rinforza la chiacchiera iniziale legittimandola. Così pochi giorni fa, l’uccisione di alcune capre nelle campagna attorno Macerata, condotta da un cane fuggito da qualche villa circostante, è stata strombazzata a titoloni sulla cronaca locale come un ennesimo attacco dei lupi giocando sull’equivoco (ben evidente all’interno dell’articolo) tra lupo (nel titolo) e cane-lupo nell’articolo.

Ma ancor più, contro ogni ormai consolidata verità scientifica e conoscenza biologica ed ecologica, in molti  è pervicacemente radicato il concetto, del tutto errato, tanto caro  ai cacciatori del cosidetto “animale nocivo”.Di nocivo oggi, se proprio vogliamo usare tale categoria, c’è solo l’uomo che sta distruggendo per la sua insanziabile bramosia migliaia di ettari di fertile suolo agricolo seppellendolo sotto un manto di cemento ed asfalto. Al confronto del danno irreversibile che in questi anni si sta criminalmente determinando nelle nostre campagne, valli e colline, a causa della selvaggia urbanizzazione i suddetti danni del povero lupo sono del tutto insignificanti. Eppure contro tali fatti, sotto gli occhi di tutti, che non solo danneggia noi, l’ambiente, gli interessi di singoli e la collettività, ma anche la vita dei nostri figli ipotecando il loro futuro per i prossimi secoli, solo poche voci addolorate si levano, inutilmente.

Tutto questo, per paradosso ulteriore, avviene proprio nella montagna di Umbria e Marche, la terra che vide fiorire la personalità mai più euguagliata di San Francesco. Lo specchio della vera umanità capace di guardare al creato non con lo sguardo bramoso di chi vuole carpire, impossessarsi, distruggere, ma di chi vede nell’altro, benchè diverso, come solo può esserlo un lupo selvaggio, una creatura, un essere munito della propria e inalienabile dignità, del tutto uguale a quella dell’uomo.L’atto di uccidere un lupo va contro le leggi che questa nazione si è data e per questo bene fanno le forze dell’ordine che cercano di reprimere tali atti. Ma i lupi hanno dimostrato di saper superare ben altre avversità, se ancora numerosi popolano l’Appennino, malgrado la caccia spietata dei secoli scorsi. L’atto riprovevole di sfregiarlo decapitandolo va però contro l’umanizzazione dell’uomo ed è un vulnus molto più difficile da guarire.

I LUPI PARLANO

 

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I lupi non parlano con le parole, come gli umani, ma con i movimenti del corpo, delle orecchie e della coda! Per gli uomini può sembrare difficile, ma in questo modo riescono a dirsi una quantità di cose!Ad esempio il capobranco, ovvero il maschio alfa, tiene le orecchie dritte e la coda verso l’alto come uno scettro, per far capire che è lui che comanda! Invece i sottoposti per far capire la loro inferiorità tengono la coda fra le gambe. Così con tutta una serie di segnali del corpo ogni lupo riesce a far capire le proprie emozioni ai suoi simili.

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Ma i lupi comunicano anche con i suoni: abbaiano, ringhiano, uggiolano (questo è il verso dei cuccioli!) e soprattutto ululano… L’ululato è utile per molti motivi… Serve soprattutto per comunicare da distante con gli altri membri del branco, o per avvisare gruppi vicini della propria presenza. Ogni esemplare ulula in modo leggermente diverso, così come ogni uomo ha una voce un po’ diversa dagli altri: in questo modo un lupo è in grado di riconoscere l’ululato di ogni suo compagno! Spesso il branco ulula prima di andare a caccia e tutti i membri si uniscono al coro, come se cantassero. Sembra che ciò rafforzi i legami e la fedeltà all’interno del branco.E chissà con quale suono(abbaio,ululato o uggiolato) ci stanno chiedendo di lasciarli in pace e di non perseguitarli più!!!

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Quando i lupi vanno a caccia in branco, solitamente camminano in fila indiana poggiando le zampe sulle orme degli altri componenti. Sapete perchè ? Lo fanno perchè se un nemico osserva le impronte può pensare che ci sia un solo lupo, quando in realtà c’è un intero branco!!!Lo sapete che il lupo ha anche un udito buonissimo? Sarebbe capace di sentire il ticchettio di un orologio lontano 10 metri.

 

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Concludendo non pensate anche voi che un animale così intelligente ,per niente aggressivo nei confronti dell’uomo se non per difesa,un affascinante animale che segue delle regole ferree durante la  sua breve vita,debba essere lasciato  libero di vivere e non più perseguitato???

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LUPO BIANCO

Nome: Lupo artico
Specie: C. lupus
Genere: Canis
Famiglia: Canidae
Classe: Mammifero


ANATOMIA

I lupi artici sono generalmente più piccoli dei lupi grigi, avendo all’incirca una lunghezza che si aggira tra gli 0,9 e gli 1,8 m compresa la coda; i maschi sono più grandi delle femmine. La loro altezza al garrese varia tra i 63 ed i 79 cm; i lupi artici sono più robusti dei lupi grigi e pesano spesso più di 45 kg. Maschi completamente sviluppati hanno raggiunto anche pesi superiori agli 80 kg. I lupi artici hanno solitamente piccole orecchie, il che li aiuta a trattenere il calore corporeo.In cattività i lupi artici hanno raggiunto età superiori ai 18 anni, mentre in natura la loro vita media è di soli 7-10 anni.


CACCIA

I lupi artici, come tutti i lupi, cacciano in branco; predano soprattutto caribù e buoi muschiati, ma uccidono anche un gran numero di lepri artiche e di lemming, così come altri animali più piccoli. Una loro preda comune è costituita anche dagli alci; le loro lunghe zampe rendono questi animali più lenti, che, nella neve soffice, possono anche rimanere intrappolati, divenendo quindi vulnerabili agli attacchi dei branchi di lupi. A causa della scarsità delle piante da pascolo, questi animali sono costretti a vagare su aree vaste anche più di 2600 km² per trovare le prede e seguono i caribù in migrazione verso sud durante l’inverno. Un recente filmato di un documentario della BBC mostra che i lupi artici cacciano anche anatre.


RIPRODUZIONE

Normalmente, solamente il maschio e la femmina alfa possono accoppiarsi, ma nei grandi branchi possono farlo anche altri esemplari. A causa del suolo di permafrost dell’Artico e della difficoltà di scavarvi delle tane, i lupi artici usano spesso affioramenti rocciosi, caverne od ogni depressione poco profonda come tane; la madre dà alla luce da due a tre cuccioli tra la fine di maggio e gli inizi di giugno, circa un mese più tardi dei lupi grigi. Si ritiene generalmente che il numero di cuccioli inferiore rispetto alla media di 4 o 5 dei lupi grigi sia dovuto alla scarsità di prede dell’Artico. Essi nascono dopo circa 63 giorni. I lupacchiotti rimangono con la loro madre per 2 anni.


DISTRIBUZIONE

Il lupo artico ed il lupo dei boschi sono le uniche sottospecie di lupo grigio che si possono ancora trovare in tutto il loro areale originario; ciò è dovuto al fatto che nel loro habitat naturale si incontrano degli uomini solo molto raramente.Un branco di lupi artici allo zoo di Toronto.Il White Wolf Sanctuary è un rifugio per i lupi artici situato a Tidewater, nell’Oregon. La popolazione media dei lupi del santuario è di 8-10 esemplari ogni 40 acri e tra questi animali vi sono anche alcuni individui feriti, malati o abbandonati che sono stati salvati.


“I lupi bianchi sono fieri guerrieri della Foresta Antica. Da generazioni questi lupi si tramandano la tenacia del guerriero lupo.Secondo le leggende, il primo lupo bianco aveva spinto il suo branco a combattere contro dei demoni per salvare il Grande Albero, senza la quale la Foresta Antica morirebbe. Riuscirono a combattere le forze del male, e da allora sono i guardiani di quella grande terra.”

IL LUPO

Abbiamo deciso di pubblicare(naturalmente con il consenso dell’autore)questo video di questo gruppo  UCRONIUTOPIA formato da ragazzi con un grande talento che hanno composto e inciso questa canzone che tratta un argomento a noi piuttosto noto e interessante e cioè IL LUPO, chè è proprio il titolo della canzone della quale abbiamo pubblicato il video.

Loro sono Gli Ucroniutopia un gruppo di musica folk/rock.Nascono da un’idea del cantautore Gianluca Lalli.Il nome della band è una fusione delle parole UCRONIA e UTOPIA.UCRONIUTOPIA : SENZA LUOGO, SENZA TEMPO. Le canzoni degli UCRONIUTOPIA sono in effetti delle poesie in musica, nascono come pezzi cantautoriali ma si caratterizzano per gli arrangiamenti particolari: ad esempio la chitarra elettrica con suoni spesso distorti, che in un contesto folk non sono così usuali, si sposa perfettamente con uno strumento come il violoncello, cupo e malinconico, creando un connubio tra passato e presente nella storia della musica e dell’uomo. Accanto alla voce principale si affianca un’altra voce, quella di un soprano, per lo più nei cori, che va a creare una musicalità del tutto particolare che arricchisce il sound; anche questa fusione tra le due voci risulta sperimentale in un contesto di musica cantautoriale, ed ottiene un risultato piacevole ed efficace. Il sound è completato da tastiera, basso, chitarra acustica e un flauto traverso.I testi delle canzoni degli UCRONIUTOPIA raccontano storie di ogni tipo. Parlano di amore, ma di un amore diverso rispetto all’amore convenzionale. Amore nel senso profondo e universale fuori dalle solite etichette.


Le canzoni raccontano storie di soprusi, violenze, discriminazioni, storie  di uomini e di mondi! Raccontano storie di mostri orribili che albergano dentro di noi, di anime che cercano di liberarsi da una gabbia, di elfi e donne malvagie, di strade polverose, di randagi che vagano ricercando invano il proprio io. A livello musicale affiora l’influenza delle ballate rinascimentali, di chansonnier, i più vicini BRASSENS e FERRÈ. I testi prendono ispirazione dalle opere dei poeti maledetti, principalmente VILLON, BAUDELAIRE e RIMBAUD, e sono vicini alle tematiche letterarie della BEAT GENERATION, allacciati inevitabilmente ad autori quali ARTAUD, HUXLEY, ORWELL, CELINE, JOHN FANTE, PIRANDELLO, ZAMJATIN, SARTRE, MILLER e altri. FABRIZIO DE ANDRÈ, FRANCESCO GUCCINI e CLAUDIO LOLLI sono anche loro per gli UCRONIUTOPIA forti punti di riferimento. Nonostante le molteplici influenze, le canzoni degli UCRONIUTOPIA sono pezzi originalissimi con arrangiamenti unici nel loro genere.Gli UCRONIUTOPIA sono nati nella primavera del 2009 e da due anni sono attivi sulla scena musicale nazionale e internazionale. Spesso i concerti degli UCRONIUTOPIA si tengono in associazioni culturali, nell’ambito di festival di controcultura e in spazi sociali in generale, ma anche in feste di piazza e club.

Buona visione a tutti!!!

NOTE : LIBERATORIA


IGNORANZA POPOLARE

Cari lettori, spesso nel mondo del lavoro o nel mondo universitario e in tutti gli ambiti dove esami e test sono all’ordine del giorno, si ricorre alla frase IN BOCCA AL LUPO. E’ proprio questa frase che mi ha portato a contraddire la diceria popolare del lupo cattivo e anche a spiegare a tutti che non si dovrebbe rispondere crepi il lupo ma Grazie, oppure VIVA IL LUPO.

Negli ultimi decenni il lupo, dopo aver attraversato una fase di forte declino dovuta principalmente alla persecuzione umana diretta e indiretta, si sta nuovamente espandendo su tutta l’area appenninica tornando a frequentare territori dai quali era scomparso, facendo la sua comparsa anche in nuove aree e arrivando fino alle Alpi occidentali. Oggi il lupo è protetto da leggi nazionali ed internazionali e, sebbene la situazione sia migliorata dagli anni ’70, dove veniva fortemente cacciato, la presenza di questa specie causa ancora alcuni disagi e ostilità con chi, in quei territori, vive e lavora. Questi conflitti sono spesso alimentati anche da pregiudizi, false credenze e scarse conoscenze su quelle che sono le vere abitudini e le reali motivazioni che possono spingere questo affascinante mammifero, prezioso per salvaguardare l’intero benessere degli ambienti naturali in cui vive, ad attaccare ad esempio allevamenti animali gestiti dall’uomo. Occorre quindi che le problematiche che possono verificarsi tra lupo e uomo vengano affrontate e gestite con metodi e procedure condivise in tutti i territori interessati, ad esempio mettendo il bestiame in recinti con passaggio di corrente elettrica, ovviamente non dannosa per l’uomo, ma che comunque darebbe fastidio al lupo e che potrebbe essere una soluzione al problema. Oppure durante il pascolo bisognerebbe aumentare il numero di cani pastori. Il concetto che voglio far passare è che se il lupo arriva nelle nostre zone non bisogna cacciarlo ma imparare a condividere con lui i nostri spazi, perché il lupo non attacca l’uomo. Un problema grave, invece, è quello dei cani randagi e non dei lupi. Chiedete in ospedale quanti casi ci sono di persone attaccate dai cani randagi.

Sin da piccoli siamo stati abituati ad associare alla figura del lupo quella di un essere cattivo: un esempio può essere la fiaba di cappuccetto rosso e del lupo cattivo, un altro può essere quello dei tre porcellini e del lupo cattivo, ora anche se queste storielle spiegano altre cose che non centrano niente con il lupo.

Non volendo si è andati a creare una figura errata di tale animale, ma questo avvenne perché in passato si vedeva il lupo come un essere diabolico, infatti, la fantasia ha trasformato il lupo in licantropo, (lupo mannaro o uomo lupo) e così via.

Innanzi tutto si contano in Italia non più di 1200 esemplari di lupo, tutti raggruppati in branchi. Come tutti i carnivori, i lupi possiedono caratteristiche uniche che permettono loro di localizzare la preda con facilità e di catturarla; infatti: Si muovono con destrezza e velocità, possono percorrere in media circa 60 km a notte (il record è di 190 km!) potendo correre ad una velocità massima di 45/50 km orari (normalmente la loro andatura si aggira intorno ai 6/10 km orari). Sono anche ottimi nuotatori. Hanno sensi particolarmente sviluppati: visione notturna eccezionale, possono individuare un animale grazie all’olfatto a quasi 300 metri di distanza controvento. Ora è proprio l’olfatto che dimostra quanto siano innocui verso l’uomo. Perché secondo voi se un lupo volesse attaccare un uomo, con la capacità che ha di sentirlo da 300 metri, non sarebbe un gioco da ragazzi per lui farlo? Rispondo semplicemente dicendo che il lupo ha paura e per questo cerca di restare il più lontano possibile da noi. Sfido chiunque a trovare statistiche a riguardo alle aggressioni dei lupi verso l’uomo, il risultato è sicuramente scarso. Il lupo attacca solo se si sente in pericolo, con questo voglio dire che se magari voi siete lì con un bastone e lo state spingendo verso una zona chiusa, lui per difendersi attacca, ma chi non lo farebbe? A difesa di quello che sto dicendo, vi allego e vi riscrivo una piccolissima parte di ciò che si dice a riguardo dei lupi da parte di un biologo in un incontro ad Ascoli Piceno : Nel corso dell’incontro è stato dato risalto al fatto che il lupo non rappresenta un pericolo per l’uomo tanto che in Italia la loro presenza può essere stimata in un numero compreso tra 800 e 1200 esemplari. «Il lupo cerca di rimanere più alla larga possibile dall’uomo>>. A parlare è il biologo Alessandro Rossetti . Sempre per chiarire meglio la figura del lupo vi mostro una foto del lupo appenninico che si trova dalle nostre parti.


Come si può vedere non è così grande da poter uccidere un uomo, e simile ad una volpe cresciuta.Detto questo arriviamo alla spiegazione del proverbio:

IN BOCCA AL LUPO – Questo bellissimo auspicio era in uso in tempi passati ma da ormai molto tempo è stato completamente distorto per l’ignoranza delle sue origini e soprattutto per la falsa informazione che viene fatta del lupo. E dato che loro possono sentire il nostro odore, anche se siamo passati solo vicino alla tana, appena sentono che non siamo più in zona si precipitano a cambiare immediatamente tana, loro sanno che se un uomo scopre il loro rifugio può ritornate e creare quindi un potenziale pericolo, soprattutto se ci sono i cuccioli ancora troppo piccoli li spostano trasportandoli in bocca uno per volta.AVERE DEI GENITORI COME I LUPI E’ IL MIGLIOR AUGURIO CHE SI PUO’ RICEVERE e trovarsi in bocca al lupo è il massimo della protezione che si può sperare per un figlio. Lo sapevate che in bocca al lupo risale a Romolo e Remo, cuccioli d’uomo salvati dalla lupa. Infatti il lupo quando sposta i cuccioli da una tana all’altra si aggira circospetto e attentissimo agli altri predatori, che in questo caso sono esposti al maggior rischio possibile perché in natura il lupo che difende i cuccioli è quanto di più feroce ci possa essere. Quindi in bocca al lupo aveva significato che lo spirito del lupo sia con te e ti protegga dai pericoli della vita, perché chi era nella bocca del lupo erano i cuccioli, ed erano al sicuro.

ROMOLO e REMO in particolare furono tratti in salvo appunto dalla lupa che non avendo altro che la bocca come organo di presa, li ghermì delicatamente con le proprie fauci e li portò nella sua tana. La totale perdita cognitiva dell’origine del detto ha fatto si che in questi ultimi 20 anni anziché il “grazie” di risposta all’augurio “in bocca al lupo” si sia arrivati per ignoranza al “crepi” o “crepi il lupo”, in assoluto non come augurio. Penso che sia arrivato il momento di ripristinare questo bellissimo augurio e colgo l’occasione per pubblicarlo in questo sito web. Ci sono anche altre possibili origini di questo vecchio detto (le trovate anche su wikipedia) ma a  me piace molto questo e vi invito a diffonderlo correttamente, magari correggendo a chi risponde in modo sbagliato. Da oggi quindi un “in bocca a lupo” a tutti voi che leggete, con la speranza che la risposta sia per sempre “viva il lupo” o semplicemente “grazie”.


IMPEDIAMO LA CACCIA AL LUPO IN ITALIA

Ragazzi abbiamo bisogno del vostro aiuto per impedire LA CACCIA AL LUPO IN ITALIA!!!

Già qualche tempo fa il lupo ha rischiato l’estinzione,per favore evitiamo che la cosa accada di nuovo. Riportiamo qui sotto il link per firmare la petizione e ci affidiamo al vostro buon cuore e al vostro buon senso per la salvezza di questo splendido animale da sempre perseguitato ingiustamente. Mettiamo fine a questo inutile massacro!!!


GRAZIE A TUTTI!!!


Petizione contro il documento che vorrebbe permettere la caccia al lupo in Italia

LE TAPPE DELLA PROTEZIONE DEL LUPO

Fino a cento anni fa il lupo era tra i mammiferi più diffusi.Alla fine degli anni ’60 il lupo era ancora considerato una specie cacciabile, anche se incominciarono a verificarsi i primi allarmi.Nel 1971 venne approvata una legge che vietò la caccia del lupo e l’avvelenamento e lo inserì tra le specie più protette. Dalle prime ricerche biotelemetriche (cattura di alcuni esemplari che vennero muniti di radio-collare per seguirne gli spostamenti a distanza) del 1975/1976, la situazione risultò grave per la distribuzione della specie su piccole aree geografiche limitate al solo Appennino centrale e meridionale, circa 100-120 esemplari. Partì così il progetto “il lupo e l’operazione S. Francesco” ideato e attuato dal WWF; collaborarono anche Enti pubblici,Università, Parchi Naturali, Assessorati e Comunità montane, ma non si può dimenticare il principale coordinatore: Luigi Boitani, docente dell’Università “La Sapienza di Roma” che annotò tutte le sue esperienze in un bel libro di circa 20 anni fa, ma ancora molto attuale.

 

Nel 1980, dai primi censimenti, si contarono circa 200 individui, mentre alla fine degli anni ‘80 se ne censirono circa 300.Oggi si parla di 500-600 lupi e la straordinaria novità è che hanno superato le “barriere ecologiche” tra Appennino e Alpi. Per evitare che la tutela del lupo comporti gravi perdite economiche per gli allevatori, diverse regioni hanno istituito rimborsi per i danni subiti a causa degli attacchi al bestiame…ma pur di ricevere rimborsi quanti allevatori denunceranno il vero???Rimettiamoci allora al buon cuore e alla correttezza di questi allevatori!!!

E’ difficile individuare le caratteristiche geomorfologiche, climatiche o vegetazionali che possono definire in maniera univoca l’habitat occupato dal lupo. La specie, infatti, come dimostra l’ampio areale di distribuzione originario, sembra non richiedere requisiti ambientali particolari, quanto, piuttosto, una buona disponibilità di prede e la mancanza di fattori di disturbo, i quali possono interagire negativamente con la riproduzione, l’allevamento dei piccoli e le diverse forme d’interazione sociale. In Europa come in America settentrionale, in ogni caso, sembra che la probabilità di presenza e la densità di popolazione aumentino con l’aumentare dell’abbondanza e diversità delle prede, e con la copertura forestale, mentre diminuiscono con il disturbo antropico (densità di abitanti, sviluppo della rete viaria, presenza di centri abitati) (Meriggi e Massolo, 1998; Corsi et al., 1999; Glenz et al., 2001; Cayuela, 2004; Potvin et al., 2005; Jedrzewieski 2008).

Biologia del lupo

Il lupo è un animale notturno: gioca e si riposa nelle ore diurne, mentre di notte pratica la caccia che avviene in branco.L’alimentazione è connessa alla predazione di animali domestici come: bovini, suini, caprini e di altri piccoli mammiferi e di qualche uccello.Il lupo vive in branco che si sviluppa intorno ad una coppia, la vita di branco è basata su regole gerarchiche con una predominanza del maschio sulla femmina e della femmina sui cuccioli. In genere nascono dai 4 ai 6 cuccioli alla volta e solo da una femmina la “capobranco”. L’allattamento dura circa 35 giorni e i cuccioli incominciano a cacciare insieme al branco dopo i 6 mesi, mentre la maturità sessuale viene raggiunta dopo 2 anni.I lupi comunicano grazie all’ululato che ha anche la funzione di coesione del branco e come segnale di delimitazione del territorio.

 

Canta coi lupi

Uno zoo cinese sta organizzando un gruppo di lupi cantanti, e vorrebbe anche provare a farli danzare.


Luo Yong, uno dei responsabili del Chongqing Wild Zoo, ha scoperto la particolare abilità canora dei lupi per caso.”Stavo cantando ‘I Am A Wolf From The North’ accompagnandomi con la chitarra” ha dichiarato Luo Yong, “e un giovane lupo si è alzato, è venuto verso di me e ha cominciato a fissarmi.Improvvisamente ha cominciato a ululare al ritmo della musica, e scandiva le strofe battendo una zampa sul terreno”.

Da allora Luo ha cominciato a insegnare canto a un gruppo di lupi, e adesso sono trenta gli esemplari che riescono a seguire il ritmo di una canzone ululando.”Adesso vorrei scrivere una canzone apposta per loro, e trovare qualcuno che insegni ai lupi a seguire il ritmo anche a passo di danza”.

La strana coppia

Una capra e un lupo, ospiti di uno zoo cinese, si sono fidanzati e condividono a stessa gabbia.


I gestori dello zoo, il White Tower di Nanchong, hanno dichiarato che la preda e il predatore sono diventati intimi pe caso, un mese fa.”Una mattina presto ho aperto il recinto della capra per farla mangiare, e inaspettatamente è arrivato il lupo.Era uscito dalla sua gabbia che non era stata chiusa bene”, ha dichiarato Mr Xu, uno dei gestori.”La poveretta era così spaventata che vedevo le sue gambe tremare”.Xu si è messo davanti alla capra proteggendola, in attesa che rrivassero i dipendenti a dargli una mano a tenere lontano il lupo.”Da qual giorno, i due animali hanno cominciato a guardarsi a distanza. Lui nella gabbia, lei nel recinto.E quando la facevo uscire per mangiare si avvicinava alla gabbia del lupo e si annusavano.Hanno cominciato anche a comunicare con ululati e belati, sembrava che stesssero flirtando”.Cinque giorni più tardi, Xu e i suoi colleghi hanno preso una decisone: visto che i due animali continuavano a cercarsi e a comunicare, ed era lampante che volessero stare insieme, li hanno messi nella stessa gabbia.Da quel giorno, i due strani fidanzati condividono tutto, tranne il pasto. Lei è vegetariana, lui carnivoro.”Se la capra non è nella gabbia, per un controllo veterinario, il lupo comincia a ululare e corre freneticamente per tutta la gabbia finchè lei non torna.

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